Con il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore e la collaborazione dell’associazione medica Marco Levi Bianchini un evento organizzato dalla operatrice sociale Marilena Mastellone

di Tania Pentangelo

Trentasei anni dopo il ricordo di quei novanta interminabili secondi ancora scuote: il 23 novembre alle ore 19:34 la terra tremò. Mentre l’Italia con la sua serie A sognava in bianco e nero, un sisma di magnitudo 6.9 colpì la Campania e la Basilicata. Le vittime accertate furono 2914, 8848 i feriti, 280mila gli sfollati e 150mila le abitazioni distrutte.

Ieri a rievocare quei momenti di terrore, a commemorare chi ha perso la vita tra le macerie, l’evento “Un minuto di silenzio… in ricordo del sisma del 1980”, organizzato dall’operatrice sociale Marilena Mastellone con la collaborazione dell’associazione medica Marco Levi Bianchini ed il patrocinio del Comune di Nocera Inferiore.
A introdurre l’appuntamento la dottoressa Giulia D’Alessandro. Primo ad intervenire il geologo Giulio Caso, che ha evidenziato – tra le altre cose – dati alla mano che per difendersi dalla tipologia di sismi che colpisce la Campania basta “l’arte del ben costruire”.
A parlare invece di emergenze sanitarie in queste circostanze è stato il presidente dell’associazione medica Marco Levi Bianchini, dottor Carlo Montinaro, che ha posto l’accento su alcuni accorgimenti necessari per gestire al meglio le emergenze. Ad esempio quello di raggruppare in un unico luogo i medicinali, crearsi dei punti di riferimento come gli ospedali o il proprio medico curante, ma prima di tutto, e cosa più difficile, mantenere la calma.
A disquisire inerentemente agli aspetti sociologici ed emozionali la sociologa Marilena Mastellone che ha affermato: «Si parla non solo della furia della natura ma anche di fattori storici, economici e sociali. Faccio riferimento ai ritardi politici e burocratici. La ricostruzione fu infatti uno dei peggiori esempi di speculazione su di una tragedia, e tutt’oggi ci sono delle situazioni irrisolte. Dal punto di vista emozionale si è messi a dura prova psicologicamente: ansia, stress, panico e paura prendono il sopravento. Questa catastrofe ha lasciato segni indelebili».
Dati che fanno riflettere quelli enunciati dall’ingegner Francesco Saverio Minardi sulla situazione degli edifici scolastici della nostra regione. Solo il 31% di questi, infatti, sono stati costruiti secondo criteri antisismici. La Protezione civile stima che per adeguare il patrimonio edilizio scolastico sarebbero necessari 13 miliardi di euro. Il governo ne ha stanziati 7,4 e di questi solo circa 600 milioni sono andati in direzione dell’adeguamento sismico.
Un momento letterario, che ha alleggerito il clima, ha visto le interpretazioni di Pina Pisacane e Melania Colella.
Al termine Gino Sellitti, presidente dell’associazione dei Bersaglieri nocerini, ha provveduto alla declamazione dei nomi dei nostri 34 concittadini scomparsi durante il sisma. A suonare il silenzio dapprima il maestro Emiliano Martino e poi Fabio Farina, alunno del Liceo “Galizia”.

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