«Avete spesso sentito dire che è la più grande città greca e la più bella di tutte. Signori giudici, è proprio come dicono» (In Verrem – Marco Tullio Cicerone)
di Maria Barbagallo
Sono trascorsi millenni da quando lo scrittore e filosofo romano Cicerone ammirò le meraviglie della città siciliana. Siracusa è una delle mete turistiche più amate da italiani e stranieri e dopo averla visitata non si può che esserne estremamente soddisfatti.
Ricca di siti archeologici e monumenti di grande valore storico, la città aretusea è tanto bella da togliere il fiato. Venne fondata nel 734 a.C. da coloni di Corinto e il suo nome ha origine da Syraka (abbondanza d’acqua), grazie alle sue zone paludose e ai suoi numerosi corsi d’acqua. La città raggiunse il suo massimo splendore durante il periodo greco.
Nella zona più antica della città, l’Isola di Ortigia (isola delle quaglie), troviamo, affacciata su piazza Duomo, l’attrazione più celebre e cioè la cattedrale della Natività di Maria Santissima, costruzione in stile barocco. Al suo interno sono custoditi diversi dipinti e sculture e sono ancora ben visibili le colonne doriche che un tempo reggevano il tempio greco dedicato alla dea Atena. Prima chiesa cristiana d’Europa, al suo interno reca questa scritta: «Ecclesia Syracusana prima divi petri filia, et prima post antiochenam Christo dicata» (“La chiesa di Siracusa è la prima figlia di san Pietro e seconda dedicata a Cristo dopo la chiesa di Antiochia”).
Su questo isolotto, di appena un chilometro quadrato, è possibile fare una passeggiata tra templi greci e chiese cristiane, palazzi di varie epoche e belle piazze, vicoli arabi. Ma anche ammirare un quartiere ebraico con la sinagoga trasformata in chiesa cattolica e poi la Fonte Aretusa, luogo legato ad un mito; e ancora: l’Istituto del Dramma Antico, il Museo del Cinema e la Galleria Regionale con opere di Antonello da Messina e Caravaggio, una biblioteca che custodisce numerosi libri rari antichi ed una preziosa collezione numismatica.
Tutte queste meraviglie rendono questa striscia di terra un vero paradiso per storici, appassionati d’arte e non.
Lasciata Ortigia ci si dirige verso la città moderna, che ha inglobato parte del patrimonio archeologico. Per esempio le Latomie dei Cappuccini ed il santuario di Demetra e Kore. Un po’ più isolato troviamo il Parco della Neapolis collocato in una posizione ottimale e da dove si può ammirare uno spettacolo senza eguali.
IL TEATRO GRECO: il più grande teatro dell’antichità giunto fino a noi, con un diametro di 138 metri che poteva ospitare sulle sue gradinate circa 1500 spettatori. I lavori ebbero inizio nel V secolo a.C..
L’ANFITEATRO ROMANO: di forma ellittica risalente al I secolo a.C..
L’ARA DI IERONE: immenso altare fatto costruire dal tiranno e dove venivano consumati orrendi sacrifici.
LE LATOMIE DEL PARADISO: antica cava utilizzata per l’estrazione della pietra bianca usata per la costruzione di edifici, templi e fortificazioni.
LA GROTTA DEI CORDARI: sito molto interessante per i giochi di luce che si creano all’interno e per le innumerevoli piante che vi crescono.
L’ORECCHIO DI DIONISIO: è una grotta artificiale scavata nel calcare, alta circa 23 metri, larga dai 5 agli 11 metri e profonda circa 65 metri. E’ dotata di eccezionali proprietà acustiche (i suoni vengono amplificati fino a 16 volte). Per le sue caratteristiche acustiche e la sua forma vagamente simile ad un padiglione auricolare, fece sì che il Caravaggio, in visita a Siracusa nel 1608, coniasse il termine Orecchio di Dionisio. Secondo le narrazioni Dionigi il Vecchio, tiranno di Siracusa vissuto tra il V e IV secolo a.C., fece scavare la grotta per confinarvi i suoi prigionieri e poter ascoltare dall’alto i loro discorsi, sfruttando, appunto, le sue proprietà acustiche.
Secondo alcuni l’acustica del Teatro Greco è favorita dalla cavità posta sotto la sua cavea. Soprattutto il coro ne sfruttava le qualità per creare un effetto di voci diffuse e potenti la cui provenienza era difficile individuare. Tornando al Caravaggio, si dice che presso l’Orecchio di Dionisio egli dipinse il suo olio su tela del 1608 «Seppellimento di Santa Lucia», oggi conservato presso la chiesa di Santa Lucia alla Badia in piazza Duomo.
E allora che cosa aspettate? La più grande e bella città greca vi attende.