Al “Cibelli Cafè Bistrot” un confronto equilibrato tra il sì e il no promosso dal mensile diocesano “Insieme”, dalla “Gi.Fra” e dall’ “Osservatorio Politiche Giovanili”, per acquisire maggiore consapevolezza e arrivare preparati alle urne
di Tania Pentangelo
“Riforma della Costituzione. Cosa e come cambia?” questo il quesito protagonista del secondo degli appuntamenti di #CaffèInsieme, tenutosi ieri e promosso dal mensile diocesano “Insieme”, dalla “Gi.Fra” e dall’ “Osservatorio Politiche Giovanili” di Nocera Inferiore.
Un’occasione per discutere in maniera poco ingessata dei contenuti riguardanti la riforma Renzi-Boschi che sarà confermata o respinta dal popolo mediante referendum costituzionale il prossimo 4 dicembre. A relazionare sui temi caldi il costituzionalista Umberto Ronga che svolge attività didattica e di ricerca in diritto costituzionale presso l’Università Federico II di Napoli, componente dell’Istituto “Bachelet”.
«Fondamentale è provare a metterci tutti in discussione – ha asserito – compiere uno sforzo di onestà intellettuale. Bisogna soffermarsi sugli elementi essenziali della riforma. Il primo è il superamento del bicameralismo perfetto che caratterizza l’attuale assetto istituzionale italiano. In caso di vincita del sì il Senato diventerebbe, dunque, un organo rappresentativo delle autonomie regionali e locali. Secondo punto importante è la riduzione del numero dei parlamentari con conseguente taglio delle spese, terzo la soppressione del CNEL e quarto la revisione del titolo V della seconda parte della Costituzione, pertinente alle competenze tra Stato e Regioni. Non meno rilevanti le modifiche che potrebbero interessare il referendum di iniziativa popolare, che necessiterà di 800mila firmatari e del 50% più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche e l’abolizione delle provincie come ente territoriale italiano. Questo referendum non prevede quorum di validità, ciò vuol dire che ciascuno di noi sarà determinante e il voto sarà tanto più libero nella misura in cui consapevole».
Al seguito un dibattito programmato tra i membri delle associazioni promotrici dell’evento e i due ospiti intervenuti sulle questioni sottese alla domanda referendaria. Un serrato botta e risposta a tratti anche pungente che ha toccato persino temi specifici come quello della sanità e delle disuguaglianze regionali.
A sostenere le ragioni del sì Nicola Maisto, avvocato, vice presidente dell’associazione “Cambiamenti” e del comitato #BastaunsìNocera. Quest’ultimo ha affermato: «Le ragioni del sì sono implicite nelle motivazioni tecniche. Non vengono toccati i princìpi fondamentali, si fa riferimento solo alla fase parlamentare. C’è la volontà di rendere questo paese capace di approcciarsi al terzo millennio e alla velocità ed efficienza oggi richiesta».
A rappresentare il no, invece, Raffaella Cascitiello, laureata in filosofia politica all’Università Federico II di Napoli e membro del coordinamento nazionale di “Act!-Agire, costruire, trasformare” che ha dichiarato: «È una riforma pasticciata, io sono per la rappresentatività non per la stabilità dei governi. Prendiamoci del tempo per poter discutere delle questioni serie del paese. I governi si preoccupino di risolvere le disuguaglianze, il problema della povertà, della marginalità sociale».