Alla “Raffaele Pucci” continuano i seminari interattivi del ciclo “Attraverso filosofia e psicologia”. Alta la partecipazione. Forte insicurezza alla base della subordinazione

di Virginia Vicidomini

“Amore e dipendenza”: questo è stato il tema del secondo incontro del ciclo di seminari interattivi “Attraverso filosofia e psicologia” organizzato dal servizio biblioteca-Informagiovani, il cui filo conduttore è appunto la dipendenza.

Un argomento affrontato attraverso un approccio unitario tra filosofia e psicologia grazie all’intervento di docenti e psicoterapeuti che portano avanti questa formula, ormai collaudata, da diversi anni. Gli incontri, che stanno registrando un’alta partecipazione, sono coordinati dalla direttrice della biblioteca Nicla Iacovino, e si caratterizzano per l’intervento del pubblico in sala in seguito alle relazioni degli esperti. 
Dopo aver affrontato il tema della dipendenza in genere, il secondo appuntamento ha analizzato il tema della dipendenza dall’ “altro”. Lo psicologo clinico e psicoterapeuta Pasquale Rossi ha analizzato le differenze che intercorrono tra dipendenza affettiva, amore ed innamoramento. «La dipendenza affettiva è un’alterazione comportamentale in cui c’è l’abnegazione di se stessi per dare maggiore importanza ad una relazione – ha spiegato – c’è la ricerca ossessiva dell’altro anche se questa relazione è dannosa». L’esperto ha illustrato anche le origini di questa forma di dipendenza e il fatto che alla base vi sia una profonda insicurezza, ma soprattutto la paura di essere abbandonati, di stare soli. Carlo Di Legge, docente e dirigente scolastico, riprendendo quanto già detto nello scorso incontro si è poi soffermato sui concetti di attaccamento, possesso, ira, gelosia: «Succede che erroneamente nei confronti delle persone ci sia lo stesso tipo di possesso che si ha verso le cose». Luciana Desiderio, docente di storia e filosofia, passando da Hannah Arendt a Recalcati, da Hegel a Jung, da Freud a Platone, ha cercato di spiegare che cos’è l’amore, qual è la linea di demarcazione tra quest’ultimo e la patologia, che cos’è la libertà. La docente si è rivolta soprattutto alle donne che, stando ai numeri, sono le più “colpite” dalla dipendenza affettiva. E sull’amore si è anche concentrato l’intervento coinvolgente di Benito Petrone, psicologo e psicoterapeuta relazionale.
Non sono mancati i riferimenti letterari e cinematografici, la lettura di alcune poesie di Pablo Neruda e Jacques Prévert e i numerosi interventi dei presenti.
Venerdì 18 novembre si terrà l’appuntamento conclusivo, in cui si discuterà di “Dipendenza e/o felicità”.

 

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