Colpa di un’insegna pubblicitaria o del mal posizionamento del lampione? I residenti si sono mostrati preoccupati e hanno cercato di portare alla luce tale problema
di Edda Maiorino
Potrebbe comportare un serio problema quello delle strisce pedonali posizionate ai piedi del monastero domenicano di sant’Anna per la loro poca visibilità. Essendo una strada provinciale sulla quale le autovetture spesso tendono a correre, soprattutto di notte, e visti i recenti incidenti, i residenti si sono mostrati preoccupati e hanno cercato di portare “alla luce” il problema.
Lungo la strada ci sono diversi pali della luce, ma proprio sul tratto in questione ce n’è solo uno e, stando ad alcune segnalazioni, la luce rifletterebbe poco sulle strisce a causa di un’insegna pubblicitaria fissata proprio sotto al lampione. Colpa dell’insegna o del mal posizionamento del lampione? Il titolare del negozio, Orlando Zarrella, ci ha spiegato come il problema non dipenda dalla sua insegna. «Dieci anni fa, in seguito ad una normativa, ho presentato al Comune un progetto ideato da un geometra il quale ha verificato la regolarità della mia insegna. Io credo che il problema vada affrontato diversamente. Innanzitutto il lampione è posizionato su uno stabile privato, quando invece dovrebbe stare sul suolo comunale, quindi penso che come prima cosa vada inserito un altro lampione adiacente a questo già presente, in modo da aumentare ulteriormente l’illuminazione. In secondo luogo credo che le strisce vadano ricalcate e fatte catarifrangenti, proprio come quelle presenti nel centro cittadino, in modo da garantire una maggiore sicurezza ai pedoni e una maggiore visibilità ai conducenti. Inoltre su entrambi i lati della strada è visibile il segnale stradale che indica la presenza di strisce pedonali, quindi qualora l’illuminazione fosse poca o assente c’è un segnale installato appositamente per ricordare ai conducenti di non accelerare troppo lungo quel tratto. Sono uno degli associati del comitato sant’Anna e, così come gli altri cittadini del quartiere, cerco di migliorare la nostra zona e renderla più vivibile. Più che trovare un “colpevole” bisognerebbe porre rimedio a tale problema».