Riuscitissima stamani la “festa dell’orto” organizzata nel terreno “Terravecchia”, a Pietraccetta. Soddisfazione degli organizzatori per l’alto numero di partecipanti

E’ stata un vero successo la manifestazione “La festa dell’orto” che si è tenuta stamani nel millenario giardino di Terravecchia, alle spalle del convento di sant’Antonio di Nocera Inferiore.

Ad organizzarla l’associazione medica Marco Levi Biachini, presieduta dal dottor Carlo Montinari, lo stesso convento di sant’Antonio di cui è padre superiore frà Michele Alfano, l’arciconfraternita Santissima Concezione. Numerosissimi i presenti: dal Vicequestore aggiunto Giuseppina Sessa all’assessore ai servizi sociali, Saverio D’Alessio, all’assessore alla pubblica istruzione Maria Laura Vigliar, ai presidi e professori di numerosissime scuole cittadine, accompagnati dai rispettivi alunni. Oltre a loro il dottor Carmine Zarra, che oltre ad essere un apprezzatissimo funzionario della soprintendenza Beap di Salerno è stato, insieme al dottor Montinari, una delle anime del progetto di recupero.
Già sede di un orto nel quale i frati benedettini allora presenti coltivavano, come da notizie reperite in documenti dell’XIII secolo, erbe officinali, è stato recuperato grazie al lavoro del ProfAgri di Castel San Giorgio, presente stamani con una numerosa pattuglia di allievi e docenti.
Assunta Di Nunzio, direttore di sede del profAgri di Castel San Giorgio, spiega il lavoro svolto: «Abbiamo iniziato ad operare quando qui c’erano praticamente solo rovi – ci dice – e abbiamo contribuito al fondamentale lavoro della potatura degli agrumi che sono nella prima parte. Questo è un recupero a lungo termine perché il terreno è molto vasto. Faremo una progettazione negli anni che seguiranno per successivi sviluppi».
– Cosa potrà venir fuori da questo giardino, alla fine?
«Un punto fondamentale per la città ma anche per la provincia a livello paesaggistico, culturale, per lo svolgimento di manifestazioni».
– Potrà tornare anche il luogo in cui si coltiveranno, come in origine, erbe officinali?
«Sicuramente! Per questo c’è anche l’intervento nostro, come ProfAgri. Proprio per il recupero di questi sentieri che utilizzavano i monaci, e per la ricostituzione del giardino di erbe aromatiche».

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