Solenni onori resi ai resti del militare nocerino, traslati stamani nel cimitero cittadino. Il milite era caduto tra Bovalino e Locri il 29 luglio 1943
di Agostino Odierna
Ha dato la vita per l’ Italia nel fragore della battaglia del secondo conflitto mondiale. Torna dopo 73 anni nel suo paese natio il soldato Gerardo Mauro, caduto in Calabria a 34 anni, figlio di Antonio e di Raffaela Mauro, nato a Nocera Superiore il 18 marzo 1909, deceduto per eventi bellici il 29 luglio 1943 sul tragitto Bovalino – Locri a causa di un bombardamento aereo e sepolto nel civico cimitero di Locri.
Le spoglie del militare sono rimaste a Locri fino al 1957 (la moglie Concetta Faiella ebbe la corrispondenza con il custode del cimitero fino alla sua morte) anno in cui furono traslate nel sacrario militare di Reggio Calabria. Grazie all’interessamento dei parenti nel corso degli anni il caduto torna a Nocera Superiore. La camera ardente con l’esposizione della cassetta, avvolta nella bandiera italiana, contenente i resti dell’eroico soldato, è stata allestita nella camera mortuaria del civico cimitero cittadino dove si è svolta la cerimonia funebre con la celebrazione eucaristica presieduta dal cappellano del cimitero, don Pietro Califano, e la benedizione delle sacre spoglie. Dopo la celebrazione religiosa i resti in corteo sono stati accompagnati, sorretti da due militari dell’Esercito Italiano, e preceduti dalla corona d’alloro portata dagli agenti del corpo della Polizia municipale, presso la tomba di famiglia dove sono stati riposti.
Erano presenti al rito funebre la figlia del caduto Raffaela Mauro accompagnata dai parenti; il sindaco di Nocera Superiore, Giovanni Maria Cuofano, accompagnato da un drappello del corpo della Polizia locale; le rappresentanze dell’ Esercito Italiano con il personale del Battaglione Trasmissioni “Vulture” di Nocera Inferiore e dell’Arma dei Carabinieri con il personale della stazione di Nocera Superiore.
«È stato molto emozionante poter riuscire a riavere mio padre: avevo solo due anni quanto lui parti per difendere la Patria – ci dice la figlia Raffaela – Il suo ritorno ci ha resi molto orgogliosi e con grande onore accogliamo il rientro delle sue spoglie, conservando nel cuore la sua memoria».