Ieri alla biblioteca Pucci un convegno di presentazione tenuto dal professor Vittorio Scarano dell’Università di Salerno. Tantissime le presenze

di Tania Pentangelo

Si è svolto ieri presso la biblioteca comunale Pucci l’incontro “Open data e beni culturali”. Una iniziativa che ha coinvolto cittadinanza, associazioni e operatori culturali per promuovere la creazione collaborativa di Open data per la diffusione e la conoscenza del patrimonio culturale.

Ad introdurre i lavori è stata la dottoressa Nicla Iacovino, direttrice della biblioteca, che ha posto l’accento sul rifinanziato PON “Cultura e sviluppo” 2014-2020 volto a sostenere la filiera culturale e d’impresa creando opportunità occupazionali e alla valorizzazione dei territori.
In rappresentanza dell’amministrazione il sindaco Manlio Torquato e il consigliere comunale, delegato alle attività e alle politiche culturali, Gianfranco Trotta. Quest’ultimo ha affermato: «Il progetto in questione rappresenta un’occasione di rilancio e sviluppo della nostra comunità e favorisce la partecipazione attiva dei cittadini e degli enti. Il riscatto della collettività nasce dal recupero della propria identità culturale e dei propri valori e dalla rivalutazione del proprio patrimonio artistico».
Un invito per la popolazione all’utilizzo della piattaforma social SPOD nell’ambito di uno dei due progetti congiunti, esposti dal professor Vittorio Scarano, docente di informatica presso l’Università degli studi di Salerno.
«I due progetti a cui si fa riferimento – ha affermato- sono il “Databank”, piano regionale su fondi europei che permette di lavorare sulla tecnologia applicata ai beni culturali, e il progetto di ricerca europeo “ROUTE-TO-PA” che è incentrato sugli Open data (dati disponibili a tutti). Questi ultimi possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati e distribuiti da chiunque con il solo obbligo di citarne la fonte e hanno come ultimo fine quello di generare applicazioni innovative. Il nostro obiettivo è quello di creare open data inerenti al patrimonio culturale della regione Campania. Il progetto di chiama Hetor e ha tre parole chiave: integrato, inclusivo e partecipativo. Si possono creare insieme, quindi, una serie di dati utilissimi in tantissimi contesti diversi e messi a disposizione sul portale. La piattaforma si chiama SPOD e consente ai cittadini di interagire con il database, le discussioni sono organizzate in “Stanze pubbliche”, raggruppate nell’Agorà, dove ci si confronta sui progetti da intraprendere. Ogni utente ha uno spazio personale. Il nostro lavoro ha come scopo anche la qualificazione e la sistematizzazione delle memorie presenti all’interno della comunità, quelle che in concreto la definiscono».

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