Questa tradizione diffusa, in tutta l’isola, trova largo spazio nella gastronomia trapanese e messinese, ma nel catanese esiste una località che ne è la regina incontrastata

di Maria Barbagallo

Scillichenti è una piccola frazione marinara che si trova tra i Comuni di Acireale e Riposto. Il suo nome sembra derivi dal verbo siciliano «sciddicari» (scivolare), riferito alle frequenti cadute delle bestie da soma che si inerpicavano sulle rocce laviche trasportando prodotti agricoli.

Da decenni in questa frazione si sussegue un via vai di persone che vengono appositamente per mangiare il «pani cunzatu». I panifici ed i locali presenti sul posto si sono attrezzati per servire al meglio questa specialità rustica.
La forma di pane di semola di grano duro si chiama «cucciddatu», una specie di ciambella che viene divisa in quarti e riccamente condita. Il pane deve essere caldo e dopo averlo farcito con il formaggio si mette nuovamente nel forno per farlo sciogliere. La versione classica è quella con pomodoro, acciughe, olive nere e tuma fresca. Ma chiaramente il condimento varia a seconda delle preferenze.
Soprattutto in estate la piazzetta della frazione, dove si trova una chiesa dedicata alla Madonna di Pompei, si riempie di avventori, e tra una chiacchera e una risata tra amici si trascorre una lieta serata all’insegna della semplicità gustando questa ghiotta specialità accompagnata da una bella birra fresca.

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