A venti giorni dall’incontro tra il Governatore della Campania e il sottosegretario Lotti ancora alcun provvedimento. E alla Ciarambino che vuol abolire il titolo di “onorevole”: «Polemiche estive per farsi notare»
Torna a far sentire la sua voce Si-Sel Campania, tramite il suo segretario regionale Tonino Scala. La prima a finire nelle mire dello scrittore ed ex consigliere regionale è Valeria Ciarambino, del Movimento 5 Stelle.
«In un week end ancora dal sapore ferragostano – scrive Scala – la consigliera del “Movimento 5 Stelle” Valeria Ciarambino, in una regione dove per lei evidentemente non ci sono problemi più urgenti da affrontare, lancia una polemica da ombrellone sull’utilizzo del titolo di onorevole riferito ai colleghi del consesso regionale».
Scala va giù senza freni, e afferma «Mi aspetto, invece, dalla Ciarambino, di capire come mai avendo fatto battaglia in Consiglio e pur essendo in possesso dei numeri, non abbia chiesto il referendum per abrogare una modifica ignobile e antidemocratica dello statuto regionale, come quella denunciata da Sinistra Italiana e che consente di apporre la questione di fiducia a provvedimenti strategici e rilevanti ai fini dell’attuazione del programma di governo segnando un vero spartiacque nella storia democratica della Campania».
Poi, come spesso succede, nel mirino finisce De Luca, presidente della Regione Campania: «Son passati venti giorni dall’incontro tra il presidente della Giunta Regionale della Campania Vincenzo De Luca e il sottosegretario Guido Lotti in merito alla riforma della Buona Scuola che ha travolto la nostra regione. Ad oggi nulla è dato sapere sugli esiti di una vicenda triste e ignobile, a meno di tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico. Il presidente, in quell’incontro, chiese di verificare con la massima attenzione il problema dei criteri e delle graduatorie, e nel contempo sollecitò un impegno concreto da parte del governo centrale, atto ridurre il numero degli insegnanti da trasferire fuori Campania. A tutt’oggi nulla è stato fatto nonostante le manifestazioni, le proteste dei docenti. Una riforma che lascia nel limbo e nell’incertezza più totale creando, come spesso accade, una enorme disparità tra il Nord e il Sud del paese. A Nord con l’esodo dei nostri insegnanti si garantisce una copertura delle cattedre; a Sud, invece, la riforma ha creato problemi incomprensibili non assicurando che gli insegnanti ricoprano una sola cattedra presso un singolo istituto, ma spesso molteplici sedi che non sempre si trovano nella stessa città, gettando nel panico interi istituti scolastici. Questo guazzabuglio non danneggia solo il corpo degli insegnanti, ma la scuola nella sua essenza dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, la totale inefficienza e disattenzione del Governo in tema di istruzione». Per il segretario regionale di Sinistra Italiana la cura sarebbe stata semplice: «Per evitare questo caos sarebbe bastato semplicemente unire le fasi e ogni docente, secondo il suo punteggio, sarebbe stato assunto nella sua provincia, nella sua graduatoria».