Tra i 40 miliardi sbloccati dal Cipe solo progetti messi in cantiere negli scorsi anni. Tutto il resto, secondo il segretario regionale Si-Sel, va a Salerno

Per la Campania ci sono meno soldi di quelli programmati negli anni scorsi. Questa potrebbe essere la sintesi dell’intervento di Tonino Scala, segretario regionale del Si-Sel, sulla delibera del Cipe che ha sbloccato 40 miliardi per le infrastrutture.

Scala parla di “risorse lottizzate, indirizzate in una o al massimo due direzioni”, e bacchetta solennemente il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: «Il sindaco della città metropolitana batta un colpo. De Magistris faccia sentire la sua voce: i cittadini che governa, oltre la città di Napoli, sono stati esautorati da finanziamenti e da opere strutturali vitali per lo sviluppo di aree depresse. De Magistris faccia fino in fondo non solo il sindaco di Napoli ma anche il sindaco della città metropolitana. Napoli ha un milione di abitanti; la provincia un milione e mezzo: non è pensabile che non ci sia nessuno e dico nessuno che tuteli questa parte di territorio e i suoi cittadini. Faccio un esempio: nella mia città, Castellammare di Stabia, la Regione Campania ha ben pensato di escludere dai fondi la fermata Eav (Circumvesuviana dell’Ente Autonomo Volturno, ndr) di Castellammare di Stabia-Terme Stabiane».
Il segretario di Si-Sel prende ancora una volta di mira Vincenzo De Luca, cui “dice”: «Il buon presidente della Regione dirotta tutto su Salerno. Ma la Campania non è solo Salerno e il presidente De Luca da un anno abbondante governa la Regione e non più una media città di provincia». E prosegue con toni non meno fermi: «Si parla tanto di aree di crisi: l’area torrese–stabiese, l’Agro. Aree con produzione agroalimentare che rappresentano una ricchezza per territorio. Per non parlare di cantieristica: De Luca vuole buone commesse a parole ma poi non un euro sul cantiere navale e sul polo nautico. La cosa che più fa male è che nei territori a cui sono state scippate opere importanti nessun sindaco o consigliere di maggioranza ha alzato la voce per far presente che la Regione amica non taglia ma incentiva, in barba a tutte le ridicole filiere istituzionali».
L’ultimo affondo di Scala è per la Provincia di Napoli: «Deve uscire da questo isolamento e ritornare con tutte le sue drammatiche vicende sociali e occupazionali al centro dell’agire politico a Napoli, in Regione e sui tavoli ministeriali altrimenti non ci potrà mai essere nessuno sviluppo».

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