Tre consiglieri comunali, Petrosino, Trotta e Tafuro, prendono nettamente le distanze dalla scelta di Paolo De Maio alla presidenza del Patto Territoriale dell’Agro

Continua senza soste la bagarre interna al Partito democratico di Nocera Inferiore. Dopo le contestazioni all’ex segretario Alfonso Oliva ora tocca a Paolo De Maio, appena nominato presidente del Patto Territoriale dell’Agro.
A contestare la scelta dell’amministrazione comunale tre consiglieri Pd: Guido Tafuro, presidente del Consiglio comunale, Gianfranco Trotta, presidente nocerino dell’Unione Nazionale Camere Minorili, e Massimo Petrosino.

«In merito alla nomina del presidente della Patto Territoriale per l’Agro Nocerino-Sarnese – scrivono in un comunicato – i sottoscritti consiglieri comunali precisano che nella riunione di maggioranza del 22 luglio, peraltro unica, gli stessi hanno unicamente espresso la propria opinione positiva circa l’opportunità per l’ente di ricoprire un ruolo di rilievo nella partecipata, da verificarsi nella assemblea del 25». Insomma, d’accordo ad assumere la presidenza del Patto. Ma dove le cose si complicano, e non poco, è nelle scelte: «Tuttavia – continuano i consiglieri Dem – la scelta del consigliere Paolo De Maio, sulla cui professionalità, lealtà e preparazione non può nutrirsi alcun dubbio, non è stata discussa nel gruppo consiliare né tantomeno nel partito nocerino. Riteniamo che tali percorsi vadano invece consumati anche all’interno del partito, convinti che la democrazia e il confronto rappresentino un momento essenziale per la sopravvivenza di ogni comunità civile e politica.
Circa le ultime dichiarazioni del sindaco, è appena il caso di evidenziare che il passaggio di energie consiliari nel Pd è avvenuto su basi volontarie e senza alcuna forzatura o indicazione, unicamente perché consapevoli che il Pd possa assurgere al ruolo che gli compete di primo partito cittadino».
Quali saranno le prossime tappe di questa querelle che ha ormai lacerato fino a quasi dissolverlo quello che i tre continuano a definire il “primo partito cittadino”?

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