Anche senza essere esperti – te li raccomando gli esperti – qualche cosa a poco a poco cominciamo a capire anche noi.

Primo, che siamo in guerra. Anche se i vari politici e commentatori di turno si affannano a negarlo, dicendo che dobbiamo continuare a fare la nostra vita come se nulla fosse perché se no, quelli questo vogliono che noi cambiamo il nostro modo di vivere e non gli dobbiamo dare questa soddisfazione. La verità è che dobbiamo continuare a consumare, a spendere, a comprare, a fare i turisti e a pagare le tasse, se no la borsa cala e lo spread aumenta.

Come pure si affannano a dire che non è una guerra di religione, per carità non sia mai, ed è vero, ma solo perché le guerre di religione non esistono. Le guerre sono sempre di conquista, del potere e della ricchezza, dato che potere e ricchezza sono un’endiadi inscindibile perché il potere comporta ricchezza e la ricchezza comporta potere. La religione viene esibita e sventolata solo per infiammare gli animi e condurli al sacrificio della vita, per occultare gli scopi reali e per legittimare con obnubilazioni oppiacee ciò che legittimo non è. Semmai dopo la vittoria e l’assoggettamento dell’altro gli si impone l’indottrinamento e la conversione per meglio consolidare l’oppressione. Quelle che  nella storia sono state definite guerre di religione non sono mai avvenute fra religioni diverse bensì all’interno di una stessa religione (gli ugonotti, gli albigesi, gli ariani, gli iconoclasti, i sunniti, gli sciiti) quando il timore d’incrinatura di alcuni pilastri dogmatici rischiava di indebolire il monopolio della gestione del potere spirituale. Quindi erano comunque guerre per il potere.

In realtà lo dicono perché hanno paura, paura della  necessità di uno scontro totale. Senonchè lo scontro totale a me pare inevitabile, perché quello che sta accadendo non è una novità, è una storia che dura da secoli il conflitto tra Oriente ed Occidente, indipendentemente dalle religioni e, contrariamente al masochistico “mea culpa” che da cristiani siamo abituati a fare, non siamo stati noi a cominciare. Cominciarono già i Persiani ad aggredire la Grecia, fermati a Salamina, e poi i Mori, già islamici, a conquistare la Sicilia e la Spagna e tentarono di invadere anche la Francia, se non fossero stati fermati da Carlo Martello sui Pirenei. E poi i turchi selgiucidi, i turchi ottomani, il cui impero è cessato l’altro ieri, dopo la prima guerra mondiale, che hanno corso il Mediterraneo per secoli, saccheggiando le coste pugliesi e calabresi, facendo schiavi fra i cristiani che impiegavano nei famosi giannizzeri e schiave le fanciulle cristiane per i loro harem, eccetera eccetera.

Insomma ci hanno provato sempre, fermati e contenuti soltanto da scontri totali armati, dai Romani, da Carlomagno, dagli imperatori d’Oriente, dall’impero austro ungarico.

Le famose crociate, di cui strillazzano ancora, cominciarono solo a fine XI secolo e furono limitate ai luoghi santi e il colonialismo e il petrolio sono solo innocue passeggiatine rispetto alla loro volontà di conquista e alla loro crudeltà.

Il solito tweetter ignorante ha scritto che l’Italia viene risparmiata perché “la strategia di non contare un cazzo sta dando i suoi frutti”. Io credo che è lui che non capisce un cazzo.

L’Italia viene risparmiata perché è sede e intrisa di una forte religiosità e loro che ragionano in chiave religiosa, nella loro strategia lungimirante  se l’immaginano e se la riservano come un Paese e un popolo possibili alleati in un futuro processo di islamizzazione dell’Europa e di cancellazione dal mondo dell’lluminismo e della laicizzazione, che sono i veri nemici delle religioni. Perciò non bisogna troppo inimicarsi gli italiani. Non a caso il Papa dopo l’attentato di Parigi disse che se uno offende mia madre gli do un pugno e dopo gli ultimi attentati va predicando che si deve praticare il perdono.

Il guaio è che i nostri governati, dell’Occidente, da Obama alla Merkel, dalla Mogherini a Holland, nati e cresciuti nelle stanze ben climatizzate della società opulenta, che non hanno mai conosciuto la paura né la sete e la fame né vissuto in una trincea o un carcere, né dormito nel deserto e respirato la polvere di calcinacci, che le cose le hanno imparate sui libri delle università, non sono all’altezza di questa guerra con chi addestra i fanciulli a sgozzare e si cinge di cinture esplosive per farsi saltare in aria.

Aldo Di Vito
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Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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