La caduta dell’Istituto bancario toscano comprometterebbe in via diretta la normale agibilità dell’economia della Penisola, vista la quantità di titoli di Stato posseduti dall’istituto senese
Unione Europea banco-centrica, più incline alla cura delle faccende finanziarie e meno propensa a salvaguardare i cittadini più deboli nella scala sociale! D’accordo: questa è visione sacrosanta e di ampia condivisione! Si dà il caso però che la banca italiana Monte dei Paschi di Siena stia affondando sotto i colpi della speculazione che, piaccia o non piaccia, fa il suo mestiere.
La BCE ha attualmente la supervisione e la responsabilità delle maggiori banche dell’Unione Europea e non può atteggiarsi a maestrina diligente, prefigurando scenari di guerra e imponendo di fatto grandezze patrimoniali di bilancio in grado di fronteggiare l’eccezionalità dei disastri a venire.
A questo punto della situazione, con il valore del titolo azionario MPS precipitato da 1,75 euro a 27 centesimi di euro, se la BCE ritiene questo istituto di credito, come suol dirsi, troppo grande per fallire – to big to fail – e probabilmente capace di produrre danni sistemici, deve intervenire velocemente ed incisivamente per stroncare una deriva finanziaria che, al pari di quanto registrato nella vicenda greca, può trascinare con se l’intera struttura comunitaria, sistema finanziario in primis.
Basti notare che la caduta del Monte Paschi comprometterebbe in via diretta la normale agibilità del Tesoro italiano, vista la quantità di titoli di Stato posseduti dall’istituto senese. Non sarebbe improbabile un’implosione dello Stato italiano che già oggi fa fatica a piazzare titoli che, specie per le scadenze brevi e medie, “offrono” un rendimento negativo o quasi. Si potrebbe dire che lo Stato italiano, oggi come oggi, chiede un premio in denaro in cambio del “privilegio” del possesso dei suoi Buoni ordinari e poliennali del Tesoro.
Crediamo, pertanto, sia opportuno e non rinviabile l’intervento diretto della BCE mediante, ad ipotesi, la sottoscrizione di obbligazioni convertibili in azioni del Monte Paschi Siena. Questa operazione potrebbe anche essere realizzata dal Tesoro italiano sotto la regìa di Commissione e Banca Centrale Europea, magari con nomina di nuovi amministratori di fiducia BCE.
In tal modo si stroncherebbero gli appetiti della speculazione (all’opera già da mesi) e si darebbe un messaggio diretto e chiaro sulla volontà di salvaguardare il Monte Paschi e con esso gli interessi di risparmiatori, obbligazionisti, azionisti, rafforzando la credibilità dello Stato italiano – trattandosi nello specifico di banca italiana – e dell’Unione Europea nel suo complesso.
Da qui l’auspicio di interventi tempestivi e credibili per tamponare le falle del sistema finanziario europeo ed in particolare quelle del nostro sistema Paese. Osservo al riguardo che l’Italia, di fronte ad uno sconquasso finanziario generale, avrebbe una sola via d’uscita: azzerare d’imperio il valore del suo debito pubblico pari a 2.250 miliardi di euro, spalmato per oltre il 50% tra banche ed assicurazioni del mondo intero.
Sàntolo Cannavale