Sentenza storica di un giudice di pace: l’imposta sul valore aggiunto calcolata anche sui tributi è illegittima e gli utenti hanno diritto alla restituzione di quanto pagato in più
di Danila Sarno
Buone notizie per i consumatori, che potranno dire addio all’Iva sulle bollette, o almeno ad una parte di essa. In Italia l’Iva è la principale imposta indiretta e, per le bollette di gas ed elettricità, viene calcolata tenendo conto anche dell’addizionale provinciale e delle accise, ossia dei tributi indiretti sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo.
Insomma sulle tasche degli italiani grava anche quella che può definirsi una “tassa sulla tassa”. Com’è facile intuire, si tratta di una pratica illegittima e abbastanza gravosa per i cittadini, sui quali purtroppo già incombono molti altri oneri fiscali.
A riguardo, nel 1997, la Corte di Cassazione ha infatti stabilito che un’imposta non può essere base imponibile per un’altra, salvo che ciò non sia espressamente previsto dalla legge. In effetti nel sistema legislativo italiano una simile norma non esiste e ciò rende illegittimo calcolare la quota dell’Iva anche sulle accise. Pertanto i consumatori potranno chiedere la restituzione di quanto pagato indebitamente a tale titolo.
È proprio ciò che ha fatto un cittadino, rivolgendosi al giudice di pace di Venezia per ottenere la condanna di Enel a rendergli una somma di circa cento euro, corrispondente a quanto da lui pagato in più alla società proprio a causa della doppia imposta. La decisione è stata pronunciata con decreto ingiuntivo, avverso il quale l’azienda distributrice di luce elettrica e gas non ha fatto opposizione, forse perché, trattandosi di una tassa prevista dallo Stato, quest’ultimo dovrà restituire il suddetto importo all’impresa stessa. Un orientamento giurisprudenziale che, se dovesse consolidarsi, potrebbe comportare conseguenze realmente gravi per l’erario, che potrebbe dover rimborsare agli utenti una somma davvero consistente, se considerata nella sua totalità. A far ben sperare gli italiani è recentemente intervenuta una pronuncia della Corte di Cassazione che ha riconosciuto l’illegittimità dell’Iva sulla Tia, cioè la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che ha in effetti natura tributaria. Un risultato raggiunto anche grazie ad un estenuante lotta dell’associazione di Federconsumatori che, forte di tale sentenza, si è prefissata di insistere ulteriormente affinché “l’Iva su tali tributi (accise) sia cancellata definitivamente e venga messa la parola fine a questo vero e proprio abuso”.