Cedo volentieri il mio spazio, quest’oggi, al dottor Vincenzo Stile. Apprezzo molto, infatti, il suo appello per metter fine, una volta e per tutte, alle diatribe interne al Pd.
Vincenzo Stile
assemblea nazionale Pd
Una stella perfetta e lontanissima non fa mai più luce di tante piccole lampadine che lavorano insieme in serie, vicine alla gente, per illuminare la vita di tutti i giorni o almeno provare a fare luce: il lavoro che non c’è, un ospedale che perde letti, aria terra e acqua che fanno male, imprenditori presi tra mille ostacoli burocratici, graduatorie che non riusciamo a trasformare in reali opportunità di insediamenti industriali, studenti laureati e costretti ad andare via, gente che rimane qui e si sente fuori dal mondo e senza speranza, una cultura che possa rompere il muro dell’omertà del branco e dell’illegalità, rendere la nostra città più vicina ai bisogni dei cittadini e più bella da vivere. Bisogna che la si parli di questo, senza polemiche ideologiche o personali e contrapposizioni inutili, che non risolvono niente e non interessano nessuno, ma mettendoci in gioco e vedere se possiamo, anche poco e in tutta umiltà, modificare qualcosa. Meglio tanti operai che fanno una comunità di gente che si danno da fare per produrre proposte e migliorare il destino della città, che ripiegarsi su se stessi e chiudersi in un ragionamento che non esce fuori dai nostri confini e che non aiuta la società che tanto ci pregiamo di voler cambiare in meglio.
Mai come ora abbiamo la possibilità di intervenire nelle scelte amministrative con assessore, deleghe consiliari e presidenze di commissione, e con questi incarichi portare le proposte di qualsiasi membro del partito avanti per il benessere della città, e ci si perde invece in polemiche che sinceramente non sono in linea con la mission di un partito politico che è quella di lavorare per migliorare la società e non per polemizzare al suo interno. Lasciamo le polemiche a chi vuole farle, il nostro intento è uno lavorare per la città.