È un alimento irresistibile per il palato. Lo si può gustare senza fare danno alla salute combinandolo al meglio con gli altri cibi
di Annamaria Norvetto
«Occorre evitare di unire altri carboidrati a quelli della pizza». Lo spiega Sara Farnetti, nutrizionista e promotrice del metodo funzionale, in un post pubblicato sulla sua pagina web. La pizza è indubbiamente uno degli alimenti più amati dagli italiani, in particolar modo, quello più scelto quando si decide di mangiare fuori a costi bassi.
Tuttavia, essa è un concentrato di carboidrati e zuccheri e, se abbinata male con altri ingredienti, potrebbe determinare un aumento di peso. «Che la pizza sia buona – dichiara la Farnetti – nessuno lo mette in dubbio. Ed è ancora più buona se la si può mangiare senza fare danno alla salute, cercando di capire quale pizza scegliere e come associarla. L’impasto della pizza contiene un’alta percentuale di lieviti e di zuccheri che causano nel nostro stomaco gonfiore e difficoltà digestive per questo è il caso di non mescolare troppi ingredienti per condire la pizza: meglio pochi ma buoni».
Sembrerebbe che la scelta migliore, in fatto di pizza, sia optare per ingredienti semplici e poco elaborati: la margherita resta la scelta più genuina. Inoltre, dopo aver pranzato o cenato con una buona pizza, meglio rinunciare al dessert e alla frutta per evitare picchi glicemici. «Oltre alla base costituita generalmente da pomodoro e mozzarella – conclude la dottoressa Farnetti – la pizza dovrebbe prevedere al massimo un solo ortaggio (fiori di zucca, zucchine o asparagi), perché le varianti in cui si accostano tanti e diversi alimenti, persino l’ortolana con varie verdure, sono poco digeribili. La miglior scelta è sempre la margherita. Occorre inoltre evitare di unire altri carboidrati a quelli della pizza. Nell’attesa che venga sfornata, non vanno ordinati supplì, crocchette, bruschette, al massimo un antipasto a base di prosciutto crudo o un carpaccio di pesce. E infine è fondamentale non ordinare il dolce o la frutta a fine pasto, per non innalzare il carico glicemico».