Organizzato dall’Associazione nazionale forense Luigi Tenore, l’incontro si è occupato dell’appello alle sentenze del giudice di pace. Relatrice del convegno la dottoressa Emanuela Musi, giudice civile del Tribunale di Nocera Inferiore
di Rosa Soldani
Nel pomeriggio di ieri la biblioteca comunale «Raffaele Pucci» di Nocera Inferiore ha ospitato un convegno-dibattito organizzato dall’associazione nazionale forense «avvocato Luigi Tenore».
L’iniziativa rientrava nell’ambito della serie di incontri di formazione in materia civile e penale periodicamente realizzati dal direttivo dell’associazione, presieduta dall’avvocato Vincenzo Sirica, su diversi ed attuali temi del diritto. Titolo dell’evento di ieri «Appello alla sentenza del giudice di pace. Limiti ed ammissibilità». L’argomento è stato trattato e dibattuto dalla dottoressa Emanuela Musi, giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Nocera Inferiore, e dall’avvocato Marco Avallone, dell’Ordine di Nocera. A ben vedere, un tema caldo non solo per i professionisti del settore, ma anche per i cittadini fruitori del diritto in considerazione della mole di cause intentate presso gli uffici del giudice di pace di Nocera, e del Tribunale, paragonabile solo ai numeri dei fori di Napoli o Milano, come sottolineato nell’introduzione al dibattito dall’avvocato Raimondo Di Iesu, consigliere dell’associazione. Entrambi i relatori hanno posto l’attenzione sui punti salienti della riforma dell’articolo 342 del codice di procedura civile in tema di forma dell’appello e di ammissibilità dello stesso, analizzando argomenti di diritto formale e sostanziale che hanno fornito interessanti spunti di riflessione per il contestuale dibattito con il pubblico di professionisti intervenuto. L’associazione nazionale forense «Luigi Tenore» è fortemente impegnata nella realizzazione di eventi di formazione: l’incontro di ieri succede di soli pochi mesi ad un altro interessante convegno sulla deontologia professionale tenutosi presso l’aula consiliare del comune di Castel San Giorgio con altrettanto favore di pubblico, a partire dall’assunto che la formazione è considerata dall’associazione, a piena ragione, quale garanzia di sempre maggiore e migliore professionalità.