L’imprenditore partito da Nocera Inferiore 18 anni fa è stato eletto presidente dell’Unindustria – affiliata dell’associazione nazionale retta dal salernitano Enzo Boccia
Si chiama Gerardo Iamunno, ha 51 anni, ed è partito da Nocera Inferiore 18 anni fa con moglie, figlie (con lui nella foto di apertura) e fratello (Rino, ex vigile urbano). A Paliano, in provincia di Frosinone, ha messo su in questi anni due grosse aziende che si occupano di arredo bagno e che danno lavoro a 50 dipendenti, con otto milioni di fatturato all’anno.
Il 12 maggio ha avuto la soddisfazione più importante della sua vita: è diventato presidente di Unindustria, associazione laziale affiliata a Confindustria che si occupa di piccole e medie imprese. «Siamo la seconda in Italia dopo quella della Lombardia, ci dice con orgoglio».
«Sono onorato, non essendo nè ciociaro nè laziale, dell’incarico ricevuto. Il mio ruolo – ci dice – è presidente delle piccole e medie imprese di Unindustria Lazio. Ho iniziato la mia carriera lavorativa presso Euroflex (guidata da Mauro Maccauro oggi presidente della Confindustria Salerno) e dove mi hanno trasmesso tanta cultura imprenditoriale. Vi ho lavorato 4 anni poi sono tornato da papà, che era un artigiano vetraio. Lì ho avuto l’intuizione di fare l’arredo bagno: metà strada era fatta, perché papà avrebbe fatto gli specchi. Ho realizzato – continua – il primo capannone di 8000 metri quadri coperti in 11 mesi, senza troppe formalità, perché qui era più facile».
Gerardo Iamunno è sposato con la signora Enza ed ha due figlie: Susanna, 23 anni, che sta terminando il percorso per la laurea specialistica in psicologia e sociologia del marketing, e Rita, 20 anni, che ha intrapreso un percorso di studi in grafica e comunicazione. Due potenti future alleate, dunque.
«Oggi il nostro gruppo ha un’azienda principale, la Gran Tour, che produce mobili da bagno, e una nuova azienda, la 3 Rain Box, che produce box e piatti doccia (nella foto a sinistra uno dei prodotti)».
– Qual è il suo progetto a favore delle imprese locali laziali?
«Nei prossimi mesi dobbiamo creare sempre più reti di imprese e usare le nuove tecnologie con l’obiettivo di realizzare distretti industriali digitali e processi produttivi integrati con cloud e piattaforme di impresa. Nel Lazio abbiamo le basi per farlo e non mancano i distretti specializzati sul territorio: penso a poli come il farmaceutico, automotive, ceramica, agroalimentare. Sta nascendo l’industria 4.0 e le piccole aziende stanno investendo molte risorse in questo nuovo modello».
– La crisi è alle spalle?
«Ci sono le condizioni per ripartire: nel 2015 l’export nel Lazio ha registrato +9%, il polo farmaceutico nell’area pontina continua a crescere, il piano industriale Fiat sta dando i suoi frutti. Basta pensare “piccolo è bello”. L’economia è cambiata, bisogna lavorare uniti in poli industriali digitali, elastici e competitivi e seguire l’evoluzione del mercato. L’unione fa la forza».