“Lei dunque capirà”: ieri in scena una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice per il terzo appuntamento di una rassegna di corti teatrali, organizzata dal Collettivo Acca

di Virginia Vicidomini

Si chiama “Assenze” la rassegna di corti teatrali che sta andando in scena, ogni venerdì di maggio, presso la Cupola del Teatro Auditorium Sant’Alfonso Maria De’ Liguori di Pagani.

Organizzata dal Collettivo Acca, associazione fondata a Pagani nel 1983 che ha come attività di riferimento quella teatrale, l’iniziativa è arrivata ieri sera al suo terzo e penultimo appuntamento con “Lei dunque capirà”. Liberamente tratto dall’omonimo racconto dello scrittore e giornalista triestino Claudio Magris, il monologo è stato recitato magistralmente da Vanna De Prisco, parte della compagnia dal 2001, e adattato e diretto dal regista Carmine Califano.
L’opera letteraria è una rivisitazione in chiave moderna del mito di Orfeo ed Euridice, rappresentata attraverso un’interpretazione intensa e struggente.
Ripulito dai riferimenti personali e autobiografici di Magris, il risultato è stato quello di una scenografia essenziale e suggestiva, accompagnata da un sapiente gioco di luci e dalla musica, che hanno portato lo spettatore a riflettere profondamente sulla vita, sull’amore, sulla morte, sull’aldilà.
La protagonista che, come Euridice, è la musa ispiratrice di un poeta, racconta le piccolezze della sua storia d’amore, una donna in cui tutte hanno potuto riconoscersi.
Una piccola rassegna, in chiusura della stagione teatrale, quella promossa dal Collettivo Acca. «Ho trovato quattro storie che in qualche modo avessero questo denominatore comune della malinconia, dell’assenza. Ognuno dei protagonisti ha perduto qualcosa – ci ha spiegato Carmine Califano – Il messaggio è, nei vari testi, sotto traccia». Già andati in scena “La Conta”, di Luigi Bernardi con Pierfrancesco Califano, e “Blu” di Laura Forti, con Valeria Pappalardo.
Un esperimento stimolante, che probabilmente si ripeterà in futuro: «Ho sempre ritenuto che quando un attore si misura in scena, attraverso un monologo, per una cinquantina di minuti, cresce. E poi ci sembrava interessante ricostruire in questo setting quello che avevamo nel nostro piccolo teatro da cinquanta posti. Abbiamo trovato un discreto numero di pubblico che ogni venerdì è venuto ad assistere allo spettacolo». L’ultimo appuntamento, previsto per venerdì 27 maggio, è “Rec” di Pietro Piovani con Nancy Pepe: «Con un approccio un po’ più leggero, parlerà di come ci poniamo di fronte alla disgregazione del mondo circostante qui rappresentato da una sorta di diluvio universale; ma in realtà la protagonista pensa solo al suo amore, a quest’amore che non riesce a concretizzare».

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