Nel rapporto Ispra mancano i dati della Campania, ferma al 2013 con le rilevazioni. Preoccupazioni per i risvolti sulla salute e sull’agricoltura
Preoccupazione per i veleni nelle acque potabili. E’ quella che esprimono gli attivisti 5 Stelle di Nocera Inferiore in un comunicato diramato alla stampa. «Come gruppo attivisti M5S – scrivono – esprimiamo la nostra preoccupazione in merito al rapporto ISPRA sui pesticidi presenti nelle acque.
Come evidenziato dai nostri portavoce al Parlamento, Salvatore Micillo e Paola Nugnes, mancano purtroppo i dati della regione Campania, in barba alla legge che richiede l’invio della documentazione entro il 31 marzo. I dati ARPAC sono fermi al 2013, come denunciato, e ciò che risulta più grave è che mai si è provveduto a pubblicare quelli relativi alle acque sotterranee, ma ci si è limitati solo ai prelievi effettuati in quelle superficiali. E’ fondamentale ottenere informazioni certe che ci consentano di appurare il reale stato di salute delle falde acquifere del nostro territorio. A maggior ragione alla luce della revisione del Grande Progetto Sarno, laddove finalmente sembra che le richieste dei Comitati Gente del Sarno e No Vasche abbiano ottenuto il risultato di una rivalutazione atta a superare le criticità, affinché la messa in sicurezza coincida con la garanzia di preservare dalle infiltrazioni di inquinanti nel sottosuolo.
In tal senso, le dichiarazioni del professor Versace, in merito all’esigenza di costruire le vasche di contenimento, ci impongono di tenere alta l’attenzione, perché non vorremmo che ciò che è uscito dalla porta rientrasse dalla finestra. Qualsiasi opera va valutata con il massimo scrupolo, specie se finisce col raccogliere acqua piena di contaminanti chimici e metalli pesanti. Bonifiche, dragaggio, analisi e messa al bando degli sversamenti illeciti sono il presupposto essenziale da cui partire, prima di ogni altro intervento. (…)
Se vogliamo evitare gli allarmismi che vadano a discapito dell’economia del settore agro-alimentare il primo passo da fare è garantire chiarezza e trasparenza. Perché i cittadini, con la disinformazione, ormai non solo ignorano quale sia la natura dell’acqua che esce dai propri rubinetti e dell’aria che respirano, ma soprattutto, tra oggettivi disastri perpetrati nella Terra dei Fuochi ed i veleni del Bacino idro-geografico del Sarno, non sono incoraggiati alla scelta di alimenti a km zero, così che – concludono – paradossalmente, potrebbero preferire quelli provenienti da altre realtà».