Secondo l’architetto responsabile della rimozione del tetto della casa che affaccia su via Nazionale è improprio l’accostamento con i lavori della ex Galano
Non si spegne l’eco del clamore sui lavori di rimozione di un tetto di amianto a Nocera Superiore. Dopo la pubblicazione dell’articolo, a firma del nostro collaboratore Antonio Genovese, del 29 aprile scorso (qui il link: http://www.risorgimentonocerino.it/attualita/3374-allerta-per-i-cittadini-di-nocera-sup-la-causa-bonifica-amianto.html) abbiamo ricevuto dal legale dell’architetto una missiva con la quale ci veniva chiesta “la rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista per legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico cui la rettifica si riferisce”.
Dal testo della lettera si evince che l’aver citato – ad uso di servizio dei nostri lettori, come fanno centinaia di testate – un altro nostro articolo che riguardava vicende di amianto, sebbene di rilievo totalmente diverso, giacché quelli della ex Galano di Nocera Inferiore sarebbero addirittura all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria, abbia ingenerato confusione e allarme nei lettori.
Dalla lettura dell’articolo, a nostro avviso, appare evidente – come abbiamo fatto notare al legale – il differente spirito: di vero allarme a Nocera Inferiore, di mera cronaca accompagnata da consigli ai lettori, sia pur iperscrupolosi, il secondo. Con l’amianto, sebbene trattato nei dovuti modi e con l’assunzione di ogni precauzione, come ci scrive il legale sia stato fatto nel caso di Nocera Superiore, non si scherza comunque.
Comunicata la nostra ampia disponibilità a ricevere la rettifica, della quale, come prevede la legge 416 del 1981, avrebbe dovuto pervenirci il testo in 30 righe massime, ovvero giornalisticamente 1800 battute spazi inclusi, il legale e il professionista hanno invece inteso inviarci una “richiesta di risarcimento per tutti i danni, nessuno escluso, patiti e patendi, arrecati alla parte”.
Non commentiamo e ne prendiamo atto, e da un lato ribadiamo che per legge il testo della rettifica – che ancora manifestiamo disponibilità ad ospitare – deve pervenirci da parte di colui che si sente leso e non deve essere “ricavato” da una lettera. Dall’altra sottoponiamo all’opinione pubblica il fatto, senza alcuna aggiunta, così che il lettore possa farsi una propria incondizionata opinione sull’accaduto.