Il Comitato si è riunito ieri sera per discutere della nuova interruzione del tratto da Torre Annunziata a Salerno, prevista per il 10 giugno e che durerà un mese
di Marco Stile
Un accorato appello alle istituzioni, la scelta delle strategie da adottare e il modo per reagire a voci che si fanno sempre più insistenti. Si è tenuta ieri sera, presso l’oratorio San Domenico Savio di Nocera, una riunione del Comitato Pendolari, in merito alla nuova interruzione della storica tratta ferroviaria Napoli-Salerno, precisamente nel percorso che va da Torre Annunziata alla stazione centrale salernitana.
Un disagio sicuramente notevole per i cittadini, che si sono visti privare di un servizio già nel 2014, quando il crollo di una villa a Portici portò alla chiusura della linea per diversi mesi. Adesso un’altra notizia che trapela, seppur in maniera ancora ufficiosa, dalle politiche adottate dalle istituzioni: dal prossimo 10 giugno e per un mese il suddetto tratto ferroviario verrà chiuso a causa della necessità di potenziamenti dei mezzi e della linea stessa.
Il timore, probabilmente fondato, visto il lungo tempo per il quale rimase bloccata la tratta due anni fa, è che questa possa rimanere ferma per molto tempo, anche più di quanto richiedano effettivamente le migliorie da applicare. Il Comitato, perciò, ha discusso sul tema, in un dibattito al quale hanno partecipato alcuni dei componenti più rappresentativi.
Interrompere una linea storica qual è la Napoli-Salerno sarebbe un disastro: migliaia e migliaia di persone non potrebbero recarsi sul posto di lavoro, arrivando dunque a preferire l’auto o il pullman, certamente non i mezzi più indicati quando, invece, va piuttosto incentivato il trasporto sostenibile.
L’obiettivo centrale è uno: far sentire le proprie esigenze e svegliare le coscienze dei pendolari, che si vedranno privati di un servizio senza neppure rendersene conto. Il timore è quello che, a poco a poco, l’efficienza e, addirittura, l’esistenza stessa del trasporto ferroviario verranno seriamente messe in pericolo. La proposta avanzata dal Comitato, che dovrebbe prendere vita a breve, è quella della diffusione di volantini, opuscoli e quant’altro possa servire per fare informazione sul caso, in modo da raggiungere tutti i cittadini interessati. I pendolari non ci stanno, il Comitato alza la voce.