La repubblica popolare ha chiuso alcuni settori del negozio digitale della società della mela dopo aver introdotto un nuovo regolamento sulla pubblicazione di contenuti online

di Valerio Kohler

E’ da pochi giorni che l’Italia ha festeggiato all’unisono l’anniversario della Liberazione; una data che racchiude, come eventi speciali quali la Giornata della memoria, desideri e speranze di persone oppresse e colpite dalla dittatura e dal violento distacco. Nel bene e nel male, è grazie ad eroi e vittime del passato che siamo arrivati alla tanto desiderata democrazia: quella visione politica che tenta di avvicinarsi ad una libertà assoluta del popolo senza, però, arrivare a tanto.

E’ la realtà dei nostri giorni e la possibilità di pubblicare opere critiche senza che non ci sia la paura del bavaglio o, peggio ancora, dell’arresto. Eppure bisogna comunque rendersi conto che il mondo non è tutto rose e fiori, e che la realtà dei fatti è ben diversa altrove. Vi sono ancora zone di guerra e interi paesi governati da regimi, persino nei paesi più ricchi al mondo, come la Cina, ed è proprio questo paese ad aver scatenato un recente cataclisma sulla libertà di parola, dopo che il governo ha deliberatamente deciso di bloccare alcuni negozi digitali di Apple. I motivi di una tale scelta sembra che siano diversi da quelli puramente dittatoriali, che sono invece volti a bloccare ogni contenuto inadatto al pensiero del potere dominante, eppure non ci allontaniamo fin troppo da quella realtà. La casa di Cupertino aveva da poco introdotto le sezioni dedicate alla vendita di e-book e film nel paese del dragone rosso, ma è bastato un nuovo regolamento per stravolgere le precedenti posizioni. Principalmente adesso va fatta richiesta alle autorità cinesi prima di pubblicare contenuti online, cosa che porterà ad un monitoraggio costante e obbligatorio. I pareri dall’Occidente non hanno tardato a farsi sentire, ed è stata infatti Daniel H. Rosen, partner di una società nota come Rhodium Group e specializzata nell’analizzare l’andamento economico cinese, ad aver descritto le possibili ragioni di una censura simile. La censura è un punto piuttosto importante, ma vi è una questione che spesso viene ignorata ed è quella finanziaria. Secondo Rhodium Group, infatti, il fine è quello di proteggere le aziende locali dalla concorrenza straniera, bloccandola completamente dal regime; una presa di posizione che porterà, aggiunge infine Daniel, ad effetti negativi nel lungo periodo. Se c’è una cosa che possiamo capire da questa situazione, è che festività dell’anniversario della Liberazione sono attuali come non mai, e che bisogna ricordare alla generazione passata, presente e futura l’importanza della libertà.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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