In collaborazione con l’Arci-Uisp “Antonello Simeon”, è iniziato oggi un cineforum per raccontare visivamente trasposizioni cinematografiche di capolavori letterari. “Alcuni giorni della vita di I. I. Oblomov” la prima pellicola proiettata
di Virginia Vicidomini
È avvenuta stamattina alla biblioteca comunale di Nocera Inferiore la proiezione del film “Alcuni giorni della vita di I. I. Oblomov”, del 1980, di Nikita Mikhalkov, il primo di una rassegna cinematografica organizzata in tre incontri, promossa dal servizio biblioteca-Informagiovani in collaborazione con l’Arci-Uisp Antonello Simeon.
Sorta da un’idea dei partecipanti al progetto Garanzia Giovani e appoggiata dalla dottoressa Nicla Iacovino, direttrice del servizio biblioteca-Informagiovani, l’iniziativa ha lo scopo di unire l’attività del gruppo di lettura della biblioteca, che mensilmente si riunisce per commentare insieme un libro letto prima individualmente, alla visione delle trasposizioni cinematografiche delle celebri opere letterarie. Una commistione tra letteratura e cinema quella “pensata” da questa mini rassegna cinematografica, chiamata appunto “Un libro in un film”: il potere evocativo della lettura unito a quello visivo ed immediato del cinema. Ed infatti il film rappresentato oggi è tratto dal libro dello scrittore russo Ivan Aleksandrovič Gončarov, commentato ieri dal gruppo di lettura della biblioteca. Il presidente dell’Arci-Uisp A. Simeon, Michele Perilli, si è dichiarato entusiasta e felice di essere stato contattato dai ragazzi, e ancor di più per la scelta della prima pellicola della rassegna, già rappresentata con l’Arci in un cineforum del 1985, post terremoto. «Questo film è rimasto storicamente nella memoria dei nocerini perché ha trasposto uno dei testi più belli della letteratura russa. È stata un’operazione difficilissima rappresentare un libro di quella portata in un film» – ha spiegato Perilli.
Un tema molto attuale quello affrontato dalla pellicola: la noia, la pigrizia, l’impossibilità di affrontare la vita, quel senso d’impotenza che di tanto in tanto assale ciascuno di noi. Oblomov però soffre proprio di una “malattia”, nonostante gli sforzi dell’adorato e vitale amico Andréj Ivanovič Stolz e l’amore per la bella Ol’ga. «Tutti pensano a come vivere, non a quale funzione abbiamo nella vita» – dice Oblomov. Alla rappresentazione di paesaggi maestosi e un’accurata fotografia, si contrappone il divano, in cui Oblamov trova il suo rifugio dalla vita. Un’eterna lotta tra il voler agire, fare qualcosa, e l’immobilità, il sentirsi bloccati dai propri pensieri.
È sulle inevitabili differenze tra il libro, di circa 600 pagine, e la sua trasposizione cinematografica che si è aperto un vivace dibattito subito dopo la visione.
Il secondo appuntamento, previsto per venerdì 6 maggio, vedrà invece la proiezione del film del visionario regista Tim Burton “Big Fish”, tratto dal libro di Daniel Wallace ed infine il 10 giugno il cult senza tempo “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, tratto dall’omonimo libro di Ken Kesey, con un giovanissimo e magistrale Jack Nicholson.