Al termine degli appuntamenti della “Scuola di Pace” promossa da Punto Lab e La Fucina i giovani allievi hanno incontrato il primo cittadino, Manlio Torquato, per presentargli il piano da loro redatto

di Assia Califano

Si è tenuta quest’oggi 22 aprile, nell’Aula consiliare di Nocera Inferiore, un incontro tra il Primo cittadino, Manlio Torquato, e il gruppo di “Scuola di Pace” per la realizzazione di una casa d’accoglienza per immigrati.

Nell’arco dell’incontro sono state presentate le sette idee per la fondazione di questo centro. Ogni istituto partecipate al progetto organizzato dal “Punto Lab” e da “La Fucina” ha esposto i propri punti e le proprie teorie, al fine di renderlo, sia a livello materiale che empatico, il più ospitale possibile ai futuri abitanti.
Il progetto, oltre a comprendere il lavoro delle associazioni già citate, è coadiuvato da Libera. Infatti, gli ambienti ipotizzati per la realizzazione del progetto sono alcuni immobili sequestrati anni fa ad alcuni malavitosi di Nocera ed in seguito ceduti a Libera per essere sfruttati per il bene del territorio.
Durante la mattinata sono stati elencati i più svariati utilizzi: oltre allo sfruttamento di questi locali come casa per chi ne avrà bisogno, si è passati dalla nascita di laboratori artigianali a quella di una creazione di laboratori culinari per lo scambio culturale tra i nuovi e i gli abituali cittadini della provincia.
Ma, tra tutti questi scambi di opinioni sull’utilizzo, quello che si è distinto ed è spiccato tra tutti è l’abbandono dei pregiudizi da parte di tutti, e la volontà di includere tutti (senza escusione) nella vita cittadina.
In conclusione, l’incontro si è chiuso con le parole del sindaco, che ha promesso ai presenti che si occuperà in prima persona di questa iniziativa, congratulandosi con i giovani per la loro grande forza di volontà di aiutare: «Dobbiamo avere la capacità di avvicinarci alle azioni di questo fenomeno, che entra in casa nostra, in modo non retorico e non scontato. Ci sono delle questioni che richiedono la nostra buona volontà come civili, ma come cittadini dobbiamo governarle in modo responsabile e non discriminato».

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