Tante persone al convento di sant’Anna per partecipoare all’evento. E la penitenzieria apostolica concede l’indulgenza plenaria a chi sosterrà la famiglia creata da san Domenico
di Liliana Tortora
Si chiude con un invito alla ricerca evangelica quotidiana l’evento del Giubileo Domenicano celebrato presso il monastero di Sant’Anna di Nocera Inferiore che per l’occasione ha aperto le porte al dibattito e a suggestivi momenti di preghiera.
Lo spirito che ha animato le giornate di sabato e domenica scorsi è stato quello di rilanciare il progetto di vita d’ispirazione evangelica abbracciato da San Domenico, fondatore dell’Ordine, ed approvato in via ufficiale da Papa Onorio III il 22 dicembre del 1216 con l’emanazione della Bolla Pontificia “Religiosam vitam“.
«La storia dei Domenicani s’intreccia con la missione di evangelizzazione della Chiesa», è quanto ribadito dal professore e scrittore Marco Guzzi, relatore della conferenza tenuta sabato pomeriggio, alla presenza di una folta platea tra cui i rappresentati dei vari Ordini e Fraterne provenienti dalle diverse province. Due i punti chiave dell’intervento del filosofo romano sintetizzabili nella necessità di una nuova evangelizzazione sulla scia di ciò che lui definisce «una crisi senza precedenti della trasmissione della fede cattolica, di un analfabetismo religioso».
A ciò si unisce «una crisi antropologica che sta determinando una crisi dei linguaggi religiosi che chiedono di rinnovarsi». Crisi intesa come rinascita, strettamente collegata allo spirito pasquale. «Dobbiamo ritrovare l’entusiasmo verso la comprensione della conoscenza, occorre uno slancio di conoscenza di noi stessi ed un rinnovamento delle tecniche di predicazione a cominciare dal silenzio», ha così concluso Guzzi.
Ad affiancarlo nel suo intervento è stato il priore provinciale dei frati predicatori, Francesco La Vecchia, che si è soffermato sulla figura e sull’esempio di San Domenico, sulla forza del dialogo, emblematica in tal senso è la conversione di un cataro incontrato da Domenico in una locanda, luogo da cui trae origine l’iter dell’Ordine. Le caratteristiche principali della sua personalità ed il suo percorso di fede sono state il leit-motiv della veglia di preghiera organizzata dai novizi domenicani al termine della conferenza tenuta da Guzzi. Infine è stata la celebrazione eucaristica di domenica, presieduta dal priore provinciale La Vecchia, a suggellare la due giorni di meditazione e riflessione. «Abbiamo fatto festa, ora dobbiamo imparare a vivere di nuovo la nostra cristianità, in particolare la grazia dell’annunzio del Vangelo nella quotidianità», è l’invito lasciato da padre Francesco a conclusione della sua omelia. Intanto si ricorda che la Penitenzieria Apostolica ha concesso l’indulgenza plenaria ai fedeli che si recheranno in pellegrinaggio e/o sosteranno in preghiera nelle chiese o cappelle della famiglia domenicana.