La liuteria “tra arte e scienza” raccontata dal liutaio Rocco Amendola: questo il tema dell’appuntamento conclusivo del ciclo di conferenze alla biblioteca Aldo Moro
di Virginia Vicidomini
«La liuteria è la costruzione di macchine di Formula 1 che però non sono destinate a piloti, ma a musicisti»: è così che il maestro liutaio, ingegnere e professore Rocco Amendola ha cercato di spiegare la nobile arte della liuteria, tema dell’ultimo incontro del ciclo di conferenze “Tra Estetica e Bellezza della Città“, organizzato dall’amministrazione comunale di Nocera Superiore e giunto alla sua conclusione.
Il liutaio Amendola, che si è avvicinato alla musica sin da piccolo suonando un mandolino che “girava” per casa, per poi iniziare da autodidatta gli studi della chitarra classica, ha spiegato di essersi dedicato negli anni ‘80 alla costruzione e quindi al potenziamento della chitarra: il suo interesse per la liuteria, l’arte di costruire strumenti musicali a corde, nasce proprio da una ricerca documentata sulla fisica della chitarra, il suo approccio è di carattere scientifico.
Dalla matematica alla musica, varie sono state le tematiche affrontate durante l’incontro, intervallate da dimostrazioni pratiche: la querelle fra arte antica e moderna, le origini della musica, l’evoluzione degli strumenti musicali dall’Impero Romano, la liuteria: una delle eccellenze che caratterizzano il nostro paese, soprattutto la città di Cremona, ma che rischia di essere “contaminata” dalle produzioni cinesi.
Il tutto incentrato sulla figura affascinante del liutaio, uno scienziato e un artista a tutti gli effetti, un “architetto dei musicisti” che si differenzia dall’artigiano. Opera dietro le quinte ma il suo lavoro è frutto di studio e ricerca. «Il liutaio è un artista con una marcia in più: la scienza. Questi strumenti sono macchine sonore, progettate con la fisica acustica» – ha sottolineato Amendola. Un’esposizione di strumenti musicali, di cui alcuni costruiti dallo stesso liutaio, ha infatti arricchito la conferenza; a destare particolare interesse un charango, strumento sudamericano a corde realizzato con il guscio di un armadillo.
A concludere l’incontro ci hanno pensato i due chitarristi Francesco Amato e Vincenzo Volpe che, utilizzando le chitarre costruite dal liutaio Amendola, si sono esibiti in un repertorio partendo dalle trascrizioni dal liuto fino ad arrivare a pezzi contemporanei scritti per due chitarre: un viaggio musicale dal ‘500 fino ai giorni nostri, un riscontro pratico di quanto detto fino a quel momento. «Il campo della liuteria è molto sofisticato – ci ha spiegato Vincenzo Volpe – Il rapporto con il liutaio in particolare diventa quasi determinante, la chitarra diviene una compagna di vita. Dallo strumento ricaviamo il nostro modo di suonare, il nostro modo di “sentire”». I due chitarristi sono fondatori dell’ “Ensemble Liceum”, gruppo sorto intorno al 2007 formato da due chitarre, un violino, una voce e percussioni, con uno stile classico, su cui s’innesta la musica popolare e che da alcuni anni ha ripreso un nuovo progetto: “Buona notte e’ sunature”.
Dalla teoria alla pratica, un percorso attraverso la musica, l’arte, la scienza.