Abbiamo visto la mela più famosa del mondo nascere e morire, per poi risalire incontrastata sul podio dell’informatica. Per quanti anni è destinato a durare, però, il suo monopolio?
di Valerio Kohler
Silicon Valley. 1° Aprile 1976. Nasce l’Apple I, il primo computer della nota mela morsicata. A quei tempi, però, la sede della società era un garage e veniva gestita da pochi ragazzi squattrinati, con un futuro ancora incerto.
Fatto sta che da quel lavoro sperimentale, la società crebbe facilmente, diventando la punta di diamante del settore informatico, grazie al fortunato Macintosh, che rivoluzionò per sempre l’home computing, rendendo popolare una interfaccia grafica che visualizzava un cestino, degli appunti ed altre applicazioni, che ormai conosciamo tutti, oltre a supportare i diffusissimi programmi Microsoft, come World ed Excel.
La figura di spicco di questa società, è stata da sempre, Steve Jobs. La sua uscita nel 1985 da Apple causò infatti un lento declino, quasi fosse stata una maledizione. Eppure era stata la stessa azienda a portare avanti idee discutibili e poco allettanti in sua assenza.
Dopo diversi anni passati in un limbo di incertezze, Steve Jobs ritornò come presidente della compagnia, decidendo di guadagnare simbolicamente 1 dollaro all’anno.
Da quel momento in poi, vennero presentati una serie di prodotti in grado di rivoluzionare il mondo dell’informatica: iMac, iPod, iPhone e infine iPad.
Questi prodotti presentavano una chiara linea di pensiero, un tentato connubio tra hardware e software e riuscirono ad imporsi sul mercato, grazie a un marketing molto efficace, tant’é che molti dispositivi vennero identificati come pionieri di una tecnica rivoluzionaria, quando, in realtà, erano solamente stati quelli più incisivi sul mercato. Ad esempio l’iPhone non fu il primo cellulare ad avere un touchscreen, eppure tutti pensarono che fosse stata la Apple ad inventare tale tecnologia.