Al convento di Sant’Antonio si parla di cancro e inquinamento. Emiddio Ventre: «Presenteremo una petizione per l’aggiornamento del registro tumori: richiediamo i dati ufficiali»
di Virginia Vicidomini
«Questo convegno nasce da una mancanza: il fatto che il registro tumori in provincia di Salerno ed in particolare nell’Agro Nocerino sia fermo all’anno 2009 – ha così dichiarato Emiddio Ventre, del comitato No vasche No inquinamento, auditor ambientale e organizzatore del convegno “Tumori e ambiente: analisi e dati dell’Agro Nocerino” che si è svolto ieri presso il convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore – Presenteremo una petizione: abbiamo raccolto in meno di un mese circa 3000 firme che indirizzeremo alla regione Campania per chiedere l’aggiornamento del registro tumori. Viviamo in un territorio altamente compromesso dal punto di vista ambientale perché siamo attraversati dal fiume più inquinato d’Europa. Quest’attenzione nasce in seguito alla marcia a Solofra – ha poi precisato Ventre riferendosi alla “Marcia contro l’inquinamento” che si è svolta a Solofra il 29 Novembre 2015 con la partecipazione di venti comuni per dire basta agli scarichi killer nel Sarno – Gli scarichi illegali continuano ad avvenire normalmente. Monitorare – aggiunge – serve per capire la nostra situazione: se effettivamente siamo un territorio ad alto rischio o possiamo ritenerci un territorio “tranquillo”. Se affermiamo che a Nocera il 70% delle persone muore per tumore ci accusano di essere allarmisti. Noi non vogliamo dire che questo sia il dato ufficiale: il 70% esce fuori da un banale conto maccheronico contando il numero dei morti (su 100 morti, 70 sono morti per tumore) a fronte di una media nazionale che dovrebbe essere del 30-33%. Richiediamo i dati ufficiali da chi è preposto a fare questo: le istituzioni e l’ASL».
Il dottor Antonio D’Alessandro, dirigente medico del servizio di Epidemiologia e Prevenzione del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Salerno 1, riguardo la correlazione tra tumori e ambiente ci dice: «Nei centri altamente urbanizzati cambiano anche le abitudini di vita. Andando dalla campagna verso la città c’è sempre un aumento di qualunque patologia, non solo di quella neoplastica. I fattori che causano il cancro agiscono in sinergia. Infatti esistono sia fattori individuali sia fattori esterni che, insieme, possono determinare la malattia; tranne nel caso dell’amianto dove sappiamo che una determinata forma neoplastica è abbinata a questa sostanza. Il registro tumori è un mezzo epidemiologico per definire con molta chiarezza la malattia oncologica sia nelle quantità sia in relazione ai fattori di rischio, di modo che si possa anche dare un’indicazione di programmazione sanitaria. Una volta che si ha ben chiara la situazione si possono anche prendere delle decisioni che tendono ad eliminare o ridurre un determinato fattore di rischio, oltre ad avere un registro dove si possa seguire nel tempo l’andamento della malattia». Riguardo al mancato aggiornamento dei dati il dottore D’Alessandro chiarisce che: «Tutti i registri tumori in Italia, sono in riferimento agli anni massimo 2011-2012. Si sta provvedendo alla codifica dell’incidenza e alla registrazione proprio del triennio 2010-2012».
Il primo cittadino Manlio Torquato ha affermato che l’amministrazione, insieme alla polizia municipale, monitora il fiume Sarno e, per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, l’assessore all’ambiente Francesco Scarfò ci ha detto: «Dobbiamo avere dati più completi e affidabili rispetto a quelli attuali: abbiamo ufficialmente richiesto all’ARPAC (Agenzia regionale per la protezione ambientale Campania) un’ulteriore centralina di monitoraggio che penso verrà installata massimo nei prossimi due mesi. Una volta collocata questa centralina avremo dati più sicuri e potremmo prendere decisioni consequenziali. I dati attuali sono riferiti ad una zona abbastanza delicata, a pochissima distanza dal casello autostradale che potrebbe anche essere inquinata proprio per questo motivo». Il sindaco ha poi ribadito che l’Agro Nocerino non va comunque assimilato a quelle aree della Regione Campania ribattezzate “Terra dei fuochi” già nel 2003 in un rapporto sulle Ecomafie di Legambiente, zona che infatti coincide con il Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano. «Noi dobbiamo avere la lucidità – ha aggiunto Torquato – su un territorio che va gestito nella sua complessità, e quindi anche con le sue implicazioni di carattere economico, di comprendere di avere il dovere di enucleare ciò che ci compete come amministrazioni pubbliche: eliminare o ridurre al minimo, per quanto ci è possibile, i fattori di rischio di carattere ambientale senza speculare sugli allarmismi».