Attraverso dati statistici l’analisi della situazioni critica in cui versa il nostro territorio, prima padre di prodotti di elevata qualità, e i rischi che corrono i cittadini

di Tania Pentangelo

Grande affluenza venerdì sera al convegno “Tumori e ambiente: analisi e dati dell’Agro Nocerino”, tenutosi al convento sant’Antonio di Nocera Inferiore, che si è posto come obiettivo quello di analizzare aspetti e dati legati alla correlazione tra ambiente e salute, sensibilizzando l’opinione pubblica e favorendo nuove e concrete azioni territoriali. L’iniziativa, promossa dal Comitato Difendiamo Salute e Ambiente, ha visto la partecipazione di autorità politiche e sanitarie.
Ad introdurre l’evento il primo cittadino Manlio Torquato, che ha sottolineato quanto sia fondamentale affrontare queste problematiche, frutto di una stratificazione pluridecennale, con un atteggiamento serio e consapevole, mantenendo una sufficiente soglia di lucidità e senza creare allarmismi ingiustificati. Il sindaco ha tenuto a specificare che l’amministrazione si è mossa e si sta ancora muovendo in questa direzione e ha chiesto alla Regione una maggiore attenzione non solo per ciò che riguarda i problemi sanitari ma anche dei trasporti, consentendo a tutti una mobilità “sostenibile”.

Emiddio Ventre, del comitato “No vasche no inquinamento” e auditor ambientale, nonché organizzatore dell’evento, ha invece puntato i riflettori sul mancato aggiornamento del Registro Tumori della provincia di Salerno, fermo al 2009. A tal proposito, dopo un incontro risalente a circa un mese fa, sono state raccolte, mediante petizione, 3.000 firme che chiedono che in particolare quello dell’ASL Salerno Nord, sia aggiornato con una cadenza di uno, massimo due mesi, per maggiore trasparenza.
A seguire l’intervento del dottor Antonio D’Alessandro, dirigente medico Registro Tumori ASL Salerno.
“I dati dell’Istituto nazionale di statistica indicano che nel 2012 in Italia i decessi per tumore sono stati 177mila su 600mila morti e il 29% sono dovuti a patologie neoplastiche” e continua: “Il Registro Tumori è uno strumento di epidemiologia oncologica che nasce con lo scopo di raccogliere dati relativi alle malattie tumorali di tutti i residenti di un determinato territorio attraverso indicatori statistici, capaci di evidenziare il rischio di malattia. Le sue finalità sono quelle di descrivere il fenomeno, divulgare dati, indicare l’efficacia degli screening oncologici, pianificare interventi, valutare i rischi anche ambientali, ma soprattutto supportare le ricerche cliniche”.
Il professor Pasquale Angrisani, anatomopatologo, si è successivamente soffermato sulle cause delle patologie. La probabilità di morire per cancro è di quasi una persona su quattro, i tumori infatti sono responsabili di circa il 25% di tutte le morti. Dati rilevanti quelli che riguardano l’incidenza delle neoplasie nella provincia di Salerno dal 1996 al 2009, che evidenziano che per l’uomo il tumore più più frequente colpisce il polmone e a seguire ci sono la prostata, la vescica e il colon retto, mentre per la donna il più diffuso è quello della mammella, con incidenza pari al 25%, frequenti quello del colon, del retto, e leucemie e i linfomi, in via di riduzione, invece, i tumori del collo dell’utero. Ma quali sono le cause? “Innanzitutto il cancro è una malattia multi fattoriale e per il 5 – 10% si può far riferimento a cause di origine genetica, mentre per l’80% a quelle di origine ambientale, dovute ad agenti chimici, fisici e biologici. Come cause ambientali vengono identificate tutte le condizioni esterne che hanno influenza sull’uomo, da un lato c’è l’ambiente esterno con particolare riguardo a quello di lavoro e dall’altro, in senso lato, gli stili di vita e i comportamenti umani, ad esempio il vizio del fumo che causa del 90 – 95% dei tumori ai polmoni, quello dell’alcol, le abitudini sessuali irresponsabili, l’esposizione non corretta alla luce solare, i virus e anche una dieta errata. Potenzialmente il 60% dei cancri potrebbero essere prevenuti con una corretta informazione e divulgazione delle conoscenze fin dalla giovane età. C’è dunque possibilità di prevenzione sia primaria che secondaria, attraverso una diagnosi precoce”.
Incisive anche le parole del dottor Enrico Coscioni, consigliere del presidente della giunta regionale della Campania per la sanità, che ha rinnovato l’impegno di implementare programmi di screening nelle ASL della regione Campania, permettendo a tutti di accedere rapidamente alle visite e di avere appoggio nei vari passaggi, da quello diagnostico, a quello terapeutico, fino alla parte interventistica. Un impegno che si estende anche all’informatizzazione del sistema per fornire dati concreti e credibili persino a livello nazionale.
Sono in molti ad auspicarsi che dopo l’attenta analisi e divulgazione dei dati si passi alla realizzazione di obiettivi concreti che vadano nella direzione della difesa dell’ambiente e della tutela del diritto alla salute di ogni cittadino.

 

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