Una delegazione amministrativa dell’Agro prenderà parte alla prossima XXIII edizione del Salone dell’Economia, della Conservazione, delle Tecnologie e della Valorizzazione dei Beni Culturali ed Ambientali. L’obiettivo sarà porre all’attenzione del ministro Dario Franceschini l’ambizioso progetto che vede coinvolte le amministrazioni di Nocera Superiore, Nocera Inferiore e Pagani

di Carmine Vitale

Torna in auge la spinosa vicenda ‘Nuceria Alfaterna’. Dopo esser stata oggetto di estenuanti campagne elettorali dove – puntualmente – i riflettori tornano ad accendersi sul patrimonio storico e culturale custodito dalle terre dell’Agro, ora pare ci sia finalmente una progettualità concreta ma dalla fattività ancora incerta.

Sono state necessarie ben tre conferenze urbanistiche, spalmate sul triennio 2013/2015, e riflessioni acute e dettagliate da parte di intellettuali e tecnici illustri quali il professor Mario Torelli e l’architetto Salvatore Scoppetta – già relatore del progetto ‘Nocera nuova forma urbis’ – per poter arrivare ad una quadratura del cerchio definitiva. Stamani hanno dato l’annuncio i sindaci di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, quello di Pagani, Salvatore Bottone, e Teobaldo Fortunato, assessore all’Estetica del Comune di Nocera Superiore, nel corso di una conferenza stampa moderata dalla giornalista Annamaria Barbato Ricci e svoltasi alla presenza del professor Pasquale Persico, ordinario di Economia e politiche per le imprese all’Ateneo Salernitano, dell’architetto Salvatore Scopetta, del giornalista Salvatore De Napoli per Archeomed.
Nuceria Alfaterna, dunque, pare si farà, finanziamenti europei permettendo, ma almeno c’è – cosa non da poco – un’intesa programmatica da parte di ben tre amministrazioni, recentemente in contrasto per questioni d’identità territoriale: le città di Nocera Superiore, Nocera Inferiore e Pagani. Un itinerario culturale potenzialmente immaginifico, che taglia trasversalmente un ampio periodo storico – dall’età classica in poi – in grado di segnare in modo irreversibile le terre dell’Agro: basti pensare a reperti quali il Foro romano, al Teatro ellenistico, al Battistero, al Castello Fienga, alla Basilica di S.Alfonso. Risorse, in alcuni casi, dimenticate e in balia di una gestione disastrosa da parte delle amministrazioni di turno, il più delle volte inefficienti in tema di conservazione e fruizione dei suddetti beni. Risulta essere, a maggior ragione, un’idea estremamente ambiziosa, quasi un’utopia, il poter creare un percorso in grado d’esser d’attrattiva per migliaia di turisti che ogni anno si recano nella più vicina Pompei. Uno dei quesiti più evidenti sarà legato alla questione della mobilità: un territorio articolato e frammentato come quello che si estende da Nocera Superiore a Pagani soffre già normalmente di enormi disagi e molti di più potrebbe crearne un incremento di visitatori. A tal proposito – secondo quanto riportato oggi in conferenza stampa – «nella nuova Nuceria Alfaterna sarà previsto l’interramento della ferrovia storica che va da Nocera Superiore a Scafati, previa demolizione di tutti i cavalcavia e passaggi a livello per poter edificare un grande ‘Parco’ – si legge chiaramente – che collegherà il sito archeologico di Nuceria Alfaterna con quello di Pompei, in un’ottica di sinergia» Altro nodo da sciogliere è quello legato al colosso della caserma Tofano, che ha – nel corso degli anni – cambiato centinaia di modalità d’uso restando di fatto sempre più abbandonata. La riqualificazione dei beni culturali, pertanto, dovrà necessariamente passare anche attraverso la ristrutturazione della caserma che vivrà di molteplici anime, tra cui quella d’essere «museo/laboratorio a servizio degli scavi» Dal punto di vista strettamente economico, è stato previsto un incremento delle strutture ricettive, al momento totalmente assenti, attraverso la riqualificazione dei conventi sparsi sul territorio che potrebbero ricoprire la funzione d’alberghi. Triste ma inevitabile tenere bene a mente il convegno – organizzato dall’Archeoclub nocerino – tenutosi a Nocera Inferiore nel lontano 1985 dove si parlava di un’ «utopia possibile» e, che in più di trent’anni, è rimasta tale. Che sia la volta buona per Nuceria Alfaterna?

 

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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