E’ sempre più presente la tendenza a ridurre la quota di reddito risparmiato privilegiando – anche con “comode rate” – l’indebitamento
E’ risaputo che gli americani hanno grossa propensione all’indebitamento per i loro acquisti e girano con un portafoglio rigonfio di carte di credito.
Al contrario, gli europei ed in particolare gli italiani hanno una predilezione per il risparmio. Per atavica consuetudine, per tradizione ed insegnamento familiare, per chiara indicazione costituzionale.
Infatti l’articolo 47 della nostra Costituzione recita espressamente: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme …”
Queste acclarate consuetudini stanno cambiando radicalmente registro negli ultimi cinque anni per via delle difficoltà economiche che sottraggono risorse accantonate dai cittadini nei periodi di vacche “meno magre” ed anche per i comportamenti inconsueti della Banca Centrale Europea.
Il riferimento va al cosiddetto allentamento quantitativo (quantitative easing) della BCE, mediante il quale vengono create dal niente 80 miliardi di euro al mese destinati all’acquisto di titoli di Stato, obbligazioni di aziende europee e di società partecipate da Enti pubblici europei.
Va detto che questo stratagemma monetario anomalo è stato praticato a piene mani e per molti anni negli Stati Uniti, in Gran Bretagna ed in Giappone.
La Banca Centrale Europea sperimenta questo malsano marchingegno che dovrebbe operare per brevi periodi tempo, al fine di sollecitare le forze sane dell’economia nazionale, salvo poi fermarsi e riassorbire le risorse finanziarie create artificiosamente, una volta conseguiti gli obiettivi di stimolo programmati. E’ quanto teorizzava l’economista John Maynard Keynes (anni 1936 e seguenti).
Il messaggio collegato all’intervento monetario della BCE è chiaro: il risparmio dei cittadini non è più centrale e determinante nel gioco composito dell’economia nazionale. Il relativo finanziamento proviene in parte crescente con mezzi finanziari creati ad arte, con un “clic” di computer, per il tramite del sistema bancario.
L’attuale svogliatezza delle banche viene giustificata con la rischiosità insita nella concessione dei prestiti e con la percentuale di crediti non andati a buon fine (crediti incagliati o in sofferenza).
Gli italiani per necessità, per la opprimente scura fiscale e per “condizionamento ambientale” tendono a ridurre la quota di reddito risparmiato e vengono indotti con modalità varie – tra queste le sollecitazioni all’acquisto di beni con “comode rate” – a privilegiare l’indebitamento a dispetto della prudente gestione familiare fondata sul risparmio.
I nostri concittadini, per i loro comportamenti consumistici e per la calante propensione al risparmio, sono sempre meno italiani e sempre più americani?
Questa situazione è studiata a tavolino oppure è naturale conseguenza delle fisiologiche alternanze di mercato?
Sàntolo Cannavale
www.santolocannavale.it