Il diciassettenne salito agli onori delle cronache nazionali, e che fa brillare gli occhi attraverso l’innovazione, ha un motto: “Prova, sbaglia, ricomincia”
di Tania Pentangelo
Ha solo 17 anni, vive a Nocera Inferiore dove frequenta il Liceo Scientifico Nicola Sensale ed è un maker appassionato di robotica con l’hobby del volo. È Leonardo Falanga, giovanissimo talento nostrano, radioamatore e ambasciatore digitale di San Valentino Torio.
Un ragazzo semplice, curioso, geniale, che da grande vuole diventare ingegnere robotico specializzato in intelligenza artificiale e biorobotica. Colpisce fin da subito per le sue idee chiare e la sua caparbietà, basta parlargli e ascoltarlo anche solo una volta per rimanere stupiti, affascinati.
«La mia storia inizia circa tredici anni fa, quando mi spiegarono cos’era un cacciavite. Iniziai a smontare di tutto ed ero particolarmente interessato a quelle schede dal caratteristico color verde che ora chiamo PCB. Con il passare del tempo mi avvicinai a dei libri di nuova elettronica degli anni ’70 che spiegavano secondo me in modo perfetto cos’è il digitale, oppure dovrei dire l’analogico! Mi appassionai a quella strana emozione che gli inventori provano dopo aver scoperto qualcosa di nuovo, lontani da ogni economia. A sei anni, passeggiando, un giorno vidi un bambino senza braccio e mi posi per la prima volta come obiettivo quello di costruirne uno. Ai tempi le stampanti 3D non erano molto diffuse e accessibili come oggi e, inoltre, non avendo una fresa per lavorare, dovetti rimandare il progetto a nove anni, quando trovai chi potesse tagliare il telaio del mio braccio robotico. Ho bruciato molti motori prima di riuscirci ma credevo fermamente in ciò che facevo. Forse la cosa più bella di essere maker é, oltre che vivere le scoperte dei grandi scienziati, risolvere i problemi quotidiani attraverso il digitale. Dico sempre che il mio obiettivo è quello di far brillare gli occhi alle persone davanti alla tecnologia» ci dice.
Insieme a Valeria Cagnina, maker che vive ad Alessandria con la quale condivide passioni ed idee, ha costruito un robot, presentato alla decima edizione della Rome Cup per la categoria “Robot explorer senior”. Come? Tramite Skype, a 800 km di distanza.
«A volte la rete viene demonizzata e il suo potenziale sottovalutato. La rete azzera le distanze, permette di lavorare su progetti ed iniziative unendo le proprie conoscenze. Per quanto riguarda il nostro robot, l’elemento innovativo è che è completamente fatto in casa, grazie all’aiuto di una stampante in 3D che ho realizzato un pò di mesi fa. Ho stampato il telaio ed utilizzato tutti hardware e software open source, ad esempio “Arduino”, che sta innovando il modo di prototipare. Valeria è stata in qualche modo la mente e io colui che ha assemblato manualmente. L’abbiamo dotato di sensori che rilevano gas, luce e suono e di una sorta di radar, che inviando delle onde elettromagnetiche, calcola lo spazio tra un oggetto e il robot».
Ma Leonardo ha anche creato un’applicazione ad alto valore sociale, con la quale ha vinto al contest RNext – Junior Club, web show condotto da Riccardo Luna, digital champion d’Italia.
«Si chiama Never Alone e nasce dall’intento di aiutare le donne che subiscono violenze familiari, persecuzioni e aggressioni. Consiste in due software: uno di trasmissione, scaricabile gratuitamente dall’App store o dal Play store, e uno di ricezione, capace di mettere in contatto il soggetto geolocalizzato con le forze dell’ordine, che attraverso l’attivazione del microfono valutano l’urgenza del caso e intervengono tempestivamente».
Bisogna inoltre pensare non solo al guadagno, ma al cambiamento che può generare un progetto e a tal proposito il maker afferma: «Noi giovani dobbiamo imparare a creare il lavoro, a fare impresa. Forse nel provarci sbaglieremo, ma non dobbiamo mai smettere di farlo. Bisogna cambiare le cose, vederle sotto nuove prospettive. La robotica trasforma il lavoro, non lo toglie. Migliora la nostra vita».
Un giovane dalle mille capacità, con una forte volontà di costruirsi un futuro attraverso le sue più grandi e travolgenti passioni, che fa della sua innovazione anche e soprattutto una cura, un sollievo, per coloro che ne hanno più bisogno.
In bocca al lupo Leonardo!