Dopo 15 anni dalla chiusura dell’ultima, la città ha di nuovo la possibilità di crescere attraverso la lettura. Il titolare: «Le librerie indipendenti danno spunti che sarebbe difficile trovare altrove»

di Simona Falcone

Ha inaugurato venerdì 18 marzo, in via da Procida, la libreria “don Chisciotte”. L’attività accontenta i gusti di tutti i clienti, si passa dal fumetto al classico della letteratura, dai libri illustrati alle ultime uscite, promuovendo anche libri usati.
Il proprietario, Cristian Carosella, spiega che l’idea di cominciare questo tipo di attività nasce innanzitutto dalla sua passione per la lettura e da un bisogno personale di avere un posto in cui trovare nuovi stimoli: «Le librerie indipendenti danno spunti che sarebbe difficile trovare altrove, permettono un confronto tra il personale e il cliente, un incontro che si trasforma poi,necessariamente, in uno scambio.

Uno dei problemi del commercio libraio è il calo del pubblico dei lettori e questo succede perchè il libro non viene sentito come uno stimolo primario ma ha bisogno di essere indotto, però se le librerie sono sempre di meno si viene a creare un circolo vizioso che non ci permette di crescere culturalmente».  
Don Chisciotte è lo sventuratissimo personaggio principale del romanzo più conosciuto dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes: «Ho voluto utilizzare questo nome perchè è uno dei miei personaggi preferiti. Cerca di riprendere dei valori persi portandoli avanti contro tutti pur sembrando un folle, la sua follia fa però trasparire che quei valori sono per lui bisogni fondamentali. Per me la lettura è un bisogno fondamentale, qualcosa che serve a noi stessi».  L’idea di aprire una libreria, data anche la difficoltà della sua gestione, non può nascere dal nulla e prendere subito vita, infatti il proprietario spiega: «Ho questa idea già da un paio di anni, utilizzati per informarmi sul mestiere e sul come portarlo avanti. Questo periodo di ricerche mi ha permesso di crescere perchè, è vero che può sembrare molto romantico aprire una libreria, ma è anche molto difficile. Ho avuto il tempo di capire con coscienza come muovermi per portare avanti il mio obiettivo, senza fermarmi all’immediato ma guardando oltre».  L’ultima libreria ad Angri ha chiuso 15 anni fa, questo pone anche degli interrogativi sulle possibilità che questo tipo di attività ha di interessare e attirare sempre più persone: «Io spero vada bene. Credo possa funzionare, c’è un bacino di pubblico abbastanza vasto. Credo poi si avvicineranno anche persone di paesini limitrofi che non hanno nella loro città questa risorsa, se c’è un numero sempre minore di librerie bisogna attirare le persone e cercare di spiengerle ad avvicinarsi alla lettura. C’è comunque richiesta da parte dei più giovani e delle associazioni culturali che sono già attive sul territorio e che mostrano una certa sensibilità verso la lettura, intendendo il libro come prima fonte di cultura».
 

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