Infanzia e adolescenza nella nostra città. Un percorso diviso in tre tappe in cui ripercorrere abitudini e modi di vivere per portare alla luce differenze e similitudini della Nocera Inferiore di ieri e di oggi 

di Edda Maiorino 

Nelle ultime settimane abbiamo raccontato l’infanzia e l’adolescenza dei nocerini, concentrandoci principalmente su due periodi storici: gli anni ’60 e ’70 (vedi http://www.risorgimentonocerino.it/cultura-spettacolo/3017-la-gioventu-nocerina-degli-anni-60-e-70-un-tuffo-nel-passato.html), gli anni ’90 e i primi anni del 2000 (vedi http://www.risorgimentonocerino.it/attualita/3067-seconda-tappa-della-gioventu-nocerina-tocca-agli-anni-90-e-2000.html).

Oggi affronteremo l’ultima tappa del nostro percorso e ci soffermeremo sulla Nocera dei giorni nostri. Qualche bambino sceglie ancora di fare alcuni giochi che, prima di lui, i suoi genitori e i suoi nonni amavano fare alla sua età: “mosca cieca”, “color color”, “un due tre stella”, ma soprattutto “nascondino”. Altri giocano con il personaggio del momento, come Peppa Pig, Masha e Orso, Anna e Elsa di Frozen, resi celebri da cartoni animati o serie televisive e materializzatisi in pupazzi, bambole o accessori di ogni tipo. Altri ancora sono riuniti in Piazza del Corso, luogo d’incontro soprattutto di bambini e ragazzi, con i loro skateboard, rollerblade e monopattini e si divertono a rincorrersi tra loro. Spesso ci si diverte a giocare in gruppo anche grazie all’aiuto di un “amico” elettronico: Wii, Xbox, Playstation vi dicono qualcosa? La maggior parte dei bambini, però, li trovi in disparte, occhi fissi su display di oggetti statici e noncuranti di quel che accade intorno a loro. Che si tratti di tablet, cellulari, psp o nintendo, i giochi prediletti dai bambini, e ragazzi, di oggi sembrano essere proprio quelli privi di interattività col coetaneo, sostituito sempre più da un personaggio virtuale. I ragazzi, invece, li trovi in giro per le strade del centro, da via Matteotti a Piazza del Corso.
Che sia inverno o estate, mattina o sera, i ragazzi dei giorni nostri li trovi in giro a qualsiasi ora, tanto che l’orario di rientro sembra essere una prerogativa di pochissimi di loro. Con la scusa di un caffè e due chiacchiere, i bar che fiancheggiano le strade del centro sono diventati i luoghi più frequentati dai ragazzini. Sono proprio questi ultimi a confessarci che oggi si socializza pochissimo quando si è insieme, e molto quando c’è uno schermo a dividerli. Spesso, quando si è in gruppo in giro per il centro cittadino, i ragazzi si fermano sulle panchine di Piazza del Corso o di Piazza Diaz e ognuno è perso nelle proprie conversazioni in rete, senza badare all’amico che gli è accanto.
Fa strano immaginare un quattordicenne, se non pure un ragazzino di età inferiore, che ordina un caffè o un aperitivo manco fosse un borsista nel cuore di Milano, mentre ai giochi all’aria aperta si preferiscono sempre più quelli al chiuso all’interno delle ludoteche. Le chiacchiere si preferisce farle sui social o tramite chat sui cellulari, anziché dal vivo, e, quando ci si incontra, è più per il gusto di farsi un “selfie”, da postare rigorosamente in rete, piuttosto che per il piacere di stare insieme. Addirittura a scuola i ragazzini, tra una lezione e un’altra, o, perché no, durante la spiegazione del professore, attivano la fotocamera per scattarsi qualche foto, qualche volta coinvolgendo anche il docente stesso. E non è da meno il fatto che i telefoni cellulari siano uno dei regali più desiderati dai bambini, i quali lo possiedono già intorno agli 8-9 anni, mentre altri dispositivi elettronici entrano in contatto con loro già nei primi mesi di vita. Insomma, ripensando agli anni antecedenti fa un po’ strano realizzare quanto le cose siano mutate negli ultimi cinquant’anni e quanto abissale sia stato tale mutamento, eppure la realtà che ci si presenta davanti, oggi, è proprio quella descritta poc’anzi. Non ci resta che aspettare i prossimi vent’anni per scoprire quali cambiamenti il futuro ha in serbo per i bambini e i ragazzi di domani.

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