Per i Comuni assoggettati alla Gori la situazione è molto complessa in quanto si tratta di vincere una durissima guerra affinché l’azienda venga definitivamente estromessa
di Nino Maiorino
Prosegue senza sosta e in maniera frenetica l’attività dei comitati che si battono per la totale pubblicizzazione della gestione integrata delle risorse idriche, in applicazione della volontà popolare espressa nel referendum di giugno 2011.
Nel mentre sembra che la politica faccia del tutto per aggirare quella popolare decisione, mettendo in campo mille ostacoli, forte della volontà europea di privatizzare il più possibile, e in campo nazionale si protende per l’affidamento del servizio idrico a poche grandi società, controllate dalla multinazionali, anche a livello locale non sono da meno i vari amministratori, con pochissime eccezioni.
L’ambiguità dei nostri governanti ha sfornato una legge regionale, recentemente approvata, che in teoria accoglie il principio della pubblicizzazione, ma in pratica sembra imboccare la strada opposta, nonostante le assicurazioni del Governatore De Luca. Né sono da meno i sindaci dei vari comuni a noi vicini, segnatamente Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e Nocera Inferiore i cui amministratori, pure se con motivazioni e comportamenti diversi, non sembrano aver troppa voglia di impegnarsi in un concreto progetto di pubblicizzazione, in buona compagnia con la maggioranza dei comuni campani; e i pochi sindaci che hanno avuto il coraggio di opporsi alle passate privatizzazioni, sembra non aver ottenuto adeguati riconoscimenti e risultati, tant’è che sono tuttora alle prese con giudizi, sentenze, ricorsi e controricorsi.
Frattanto GORI, per i Comuni dell’Ato 3, e AUSINO, per i Comuni di Cava, Vietri, Salerno, Pontecagnano, alcuni dell’Alto Sele e quelli della Costa Amalfitana, vanno avanti come bulldozer nelle loro attività.
C’è da dire anche che, relativamente ai consumi dell’acqua, anche i comportamenti dei cittadini dei diversi Comuni si presentano tutt’altro che omogeni, nel senso che in alcuni, come ad esempio quello di Cava, sembra che tutto sommato la situazione sia sotto controllo, almeno dal punto di vista del censimento delle forniture idriche e delle rilevazioni dei consumi; diversamente da altri, ad esempio quello di Nocera Inferiore, nei quali sono numerosissime le forniture non censite e per moltissime sono ancora in uso i vecchi contatori in quanto gli utenti non ne hanno consentito la sostituzione, e si oppongono all’accesso del personale della Gori sia per le letture che per le sostituzioni. Quindi anche la rilevazione dei consumi idrici è carente; ma se, da un lato, è comprensibile l’ostracismo che gli utenti fanno, opponendosi decisamente alla sostituzione e alle letture in quanto la Gori in questi anni non ha brillato per trasparenza, affidabilità, ed equità, dall’altro è censurabile il comportamento di migliaia di utenti che non consentono nemmeno la rilevazione degli effettivi consumi, danneggiando così tutto il sistema.
Se, quindi, è censurabile il comportamento finora tenuto da Gori, non può essere meno censurabile quello che consumatori che con un comportamento truffaldino continuano a pagare pochi euro al mese per “consumi presunti” che non rispecchiano per nulla la realtà.
In tutto questo “bailamme” i Comitati proseguono la loro attività, ovviamente in maniera differenziata a seconda delle zone.
Per i Comuni assoggettati alla Gori la situazione è molto complessa in quanto si tratta di vincere una durissima guerra affinché la Gori venga definitivamente estromessa e i servizi tornino ai Comuni, cosa non facile anche alla luce della nuova Legge regionale.
Mentre per i Comuni assoggettati all’Ausino la situazione sembra meno difficile sia per la indubbia maggiore trasparenza di Ausino, sia anche perché nel 2012 e nel 2015 i Comuni di Cava e di Vietri adottarono chiare delibere, di Consiglio e di Giunta, per la trasformazione dell’Ausino in Azienda speciale consortile di diritto pubblico.
Sulla base di questo precedente sono di rilevante importanza le recenti iniziative assunte dai Comitati di Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare, che pochi giorni fa hanno indirizzato ai rispettivi sindaci una diffida a dare immediata esecuzione a quelle delibere affinché il processo di trasformazione si avvii coinvolgendo anche gli altri Comuni associati.
In tale scia anche i comitati di Salerno sono sul piede di guerra con continui incontri e riunioni tendenti principalmente a tenere viva l’attenzione dei cittadini sulla necessità che la gestione dell’acqua divenga al più presto pubblica, come anche il 1° marzo è stato ribadito in un pubblico convegno presso il presso il Cepis di Salerno.