Alcuni scienziati dell’università di Southampton hanno compiuto un passo fondamentale nello sviluppo di un dispositivo che possa sopravvivere alla stessa razza umana

di Valerio Kohler

La morte è una di quelle fasi della vita che più ci spaventa; è un abbandono improvviso di tutto ciò che ci sembra familiare, un salto verso l’ignoto. Tutte le culture passate e presenti in qualche modo ci sono passate e ognuna ha elaborato la propria via per viverla nel migliore dei modi: chi ha seguito delle sacre scritture per trovare una risposta, chi invece è rimasto fermamente convinto che dopo la morte non ci sarebbe stato altro se non il vuoto, chi invece ha creduto nella resurrezione come fine ultimo della nostra esistenza.

Con questo fardello, intrinseco alla condizione umana poiché consapevole, non abbiamo potuto fare altro se non cercare un oggetto, qualsiasi cosa che avrebbe potuto resistere più di quanto potrà fare la nostra fragile specie. Ebbene, dopo anni passati a sperimentare, potremmo aver trovato una soluzione perfetta per lasciare qualcosa riguardante la nostra storia: una moneta; una moneta di quarzo, per essere precisi. Cosa potrà mai fare? La risposta è piuttosto semplice: si tratta di una memoria di massa incredibilmente piccola, resistente alla maggior parte degli agenti esterni e in grado di durare virtualmente all’infinito. Una cosa simile potrebbe sembrare impossibile da realizzare, sopratutto quando si va a guardare l’effettiva durata del dispositivo. La verità è che il progetto non era così inizialmente. Lo scorso anno infatti la moneta sarebbe dovuta durare sui 300 milioni di anni prima di cedere alle corrosioni ma le migliorie apportate sono state sbalorditive. Adesso la moneta riuscirebbe, in teoria, a resistere circa 14 miliardi di anni, più o meno l’età del nostro universo e si potrebbe tranquillamente sostituire una volta terminato il suo ciclo vitale; chissà poi quali scoperte o in quali condizioni si troverà l’essere umano nelle sue collettività dopo così tanti anni. Fatto sta che nella memoria, contenente 360 terabyte, sono stati già inseriti alcuni documenti fondamentali, tra cui la Bibbia di re Giacomo, la dichiarazione universale dei diritti umani, la Magna Carta e Opticks di Isaac Newton. Naturalmente la lista tenderà ad aumentare e la tecnologia progredirà nei prossimi anni ma, ora come ora, abbiamo una soluzione definitiva che ci permetterà di sopravvivere alla nostra stessa estinzione. Sarà un concetto arrogante, borioso o superbo ma il solo pensiero che una forma di vita extraterreste possa trovare questo insulso dispositivo e, da lì, ripercorrere tutte le tappe di un’esistenza ricca e variegata come quella umana può solo dare alla nostra esistenza quel valore che da tanto tempo cercavamo.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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