Il gruppo di minoranza “Forti perché liberi” attacca l’amministrazione, che però dopo la rinuncia del coordinatore locale del Pd incassa la piena fiducia dei suoi

di Pierluigi Faiella

Ieri mattina si è riunito il consiglio comunale di Castel San Giorgio per discutere della situazione politico-amministrativa. La riunione su questa questione, che ha fatto radunare nella sala consiliare del municipio anche molti cittadini, è stata chiesta dal gruppo di opposizione “Forti perché liberi“, in seguito alle divisioni interne alla maggioranza scaturite dalla nomina come consigliere politico di Andrea Donato, coordinatore locale del Pd ed ex sindaco, da parte del primo cittadino Pasquale Sammartino.

Questa nomina è stata poi rifiutata dallo stesso Donato, attraverso una lettera privata inviata al sindaco. La maggioranza ha così accettato il confronto, che ha visto i consiglieri di opposizione attaccare su diversi temi e questioni l’attuale amministrazione comunale. La prima rappresentante della minoranza a intervenire è stata Paola Lanzara, che ha parlato della questione del consigliere politico, «una figura di cui non si è mai sentito parlare da nessuna parte». Soprattutto però Paola Lanzara ha sottolineato come fosse inaccettabile che in seguito a questa decisione del sindaco, alcuni consiglieri di maggioranza si fossero autosospesi, bloccando di fatto il lavoro dell’amministrazione. La stessa questione è stata evidenziata anche da Michele Salvati: «Non si può paralizzare un Ente come è stato fatto, perché, anche se ci si trova in disaccordo col sindaco, bisogna continuare a svolgere le proprie funzioni». Gli attacchi più pesanti però verso il sindaco e la maggioranza sono arrivati dal consigliere Giovanni De Caro, il quale ha parlato di Andrea Donato come del vero “padrone” dell’attuale primo cittadino, il quale sarebbe stato candidato solo perché «Donato era impresentabile e Sammartino manovrabile». Sono poi intervenuti anche i consiglieri Gilda Tranzillo e Franco Longanella, capogruppo d’opposizione ed ex sindaco, che hanno invitato l’amministrazione a superare le divisioni interne e a mettersi all’opera per il bene del paese. A queste accuse hanno risposto diversi rappresentanti della maggioranza, tra cui Giuseppe Velluto e Manuel Capuano, che si erano autosospesi dopo la nomina di Donato. I portavoce del gruppo “Partecipazione e Trasparenza per il Cambiamento“, vista la rinuncia al ruolo di consigliere politico del coordinatore Pd, hanno ribadito la loro fiducia nella figura del sindaco Sammartino, seppure ammettendo di non avere ancora fatto abbastanza per la cittadinanza. Il sindaco, prendendo per ultimo la parola, ha comunque sottolineato che la rinuncia di Donato ha fatto si che la crisi fosse superata. Il primo cittadino ha però voluto chiarire che Donato sarebbe stato un suo collaboratore personale: «Una persona di massima esperienza che avrei avuto la possibilità di avere al mio fianco. Ho chiesto la sua collaborazione per la sua capacità di reperire fondi extracomunali e perché credevo fosse la persona giusta per Castel San Giorgio». Sammartino ha poi voluto rispondere a chi lo ha accusato di non aver fatto nulla fino a ora al di fuori di preoccuparsi di rimettere insieme i pezzi della sua maggioranza: «Prima di tutto abbiamo cercato di mettere i conti a posto, ma non si dimentichino gli interventi fatti che non si vedono immediatamente, come i lavori a Lanzara o quelli per mettere in sicurezza le montagne che si affacciano sui centri abitati».

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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