Tra Oculus Rift e Google Glass abbiamo già visto tutte le possibili iterazioni della realtà virtuale, oppure no? La casa di Redmond ha trovato la sua personale sinergia
di Valerio Kohler
La storia della realtà virtuale è ben più complessa di quanto si potrebbe pensare. Ne avevamo parlato nello scorso approfondimento: dopotutto e sottovalutandola si andrebbe a perdere il significato di dispositivi odierni come Oculus Rift.
Microsoft non era però mai riuscita ad imporsi definitivamente, nonostante il suo programma per la realtà virtuale, chiamato Windows Holografic, fosse iniziato prima degli altri: nel 2007 per essere precisi. Il primo apparecchio uscito da questi esperimenti è stato il Kinect, una piccola novità nel mondo del videogioco. Il funzionamento del piccolo dispositivo era semplice: bastava collegarlo ad un Xbox, console di Microsoft, per farle leggere i movimenti del corpo umano e processarli in tempo reale. La tecnologia era ancora rudimentale e c’erano ovviamente dei limiti al funzionamento, ma era già avveniristico ed un primo passo per la maturazione del progetto.
Dopo diversi anni, con il rilascio dei maggiori esponenti del genere, Oculus Rift e Google Glass in primis, era tempo di uscire allo scoperto e sviluppare un’alternativa che avrebbe potuto sconvolgere il mercato. Ecco che quindi, ad una fiera a Los Angeles dello scorso anno, venne annunciato Microsoft Hololens. Il termine, per capirlo, è essenzialmente “sinergia”. Hololens è infatti una sinergia quasi perfetta tra Google Glass e Oculus Rift: tramite un display trasparente arriva a proiettare immagini di qualsiasi tipo nel mondo reale, ed essendo anche composto per operare da solo riesce a staccarsi facilmente per funzionare al di fuori dell’ambiente di casa, fino a 5 ore e mezza di autonomia massima. A prima vista l’offerta non sembra proprio appetibile per tutti, ma il tentativo di Microsoft è proprio quello. La proiezione di una TV, di un gioco, di un progetto di lavoro, di indicazioni; le possibilità sono virtualmente infinite, basta solamente svilupparle. Purtroppo il detrattore della macchina è uno solo ed è salato: il costo, che si troverà intorno ai tremila dollari, bloccherà ovviamente l’idea alla maggior parte delle persone di acquistarlo. Certo, il modello è un development kit, quindi si spera che nei prossimi mesi il prezzo diminuirà notevolmente.