Qualche articolo fa abbiamo fatto riferimento alle tradizioni culinarie nocerine: in occasione del carnevale vi proponiamo quelli che sono i piatti tipici di questa festa
di Anna De Rosa
Secondo Goethe «il Carnevale non era una festa che si offriva al popolo, ma una festa che il popolo offriva a se stesso, dove il mondo si rovesciava, si sbeffeggiavano le autorità, e il servo diventava padrone e il padrone servo». Nel IX e X secolo, i giorni di questa festa erano detti anche “giorni dei folli”.
In tutti i carnevali italiani e dei paesi latini, buona parte degli eccessi riguardavano il campo alimentare. La sua coincidenza con il rito contadino della macellazione del maiale, lo sposavano al trionfo delle ghiottonerie suine d’ogni genere.
In ogni carnevale erano tradizionali i carri trionfali dell’Abbondanza che portavano figure simboliche cariche di cibi come ornamenti.
Regina della tavola di carnevale è senza ombra di dubbio la lasagna, uno di quei piatti che ha una vasta interpretazione, ma la classica ricetta è senz’ altro la più gradita: sfoglie di pasta condite con ragù, uova sode, polpettine fritte, ricotta, mozzarella e salame. Una vera bontà.
E dopo questo ben di Dio in tavola troviamo le polpette: macinato di carne bovina e pane raffermo ammollato con latte, mescolato con uova, grana padano, sale e pepe, fritte in olio bollente e infine ripassate nel sugo.
Oggi una delle usanze gastronomiche di carnevale, ancora viva in quasi tutte le regioni italiane, è la preparazione di dolci molto semplici di pasta fritta, guarniti di miele o di zucchero a velo. Sulle nostre tavole la fanno da padrone le Chiacchiere (bugie, cenci, frappe, crostoli, galani, intrigoni, lattughe, sfrappole, a seconda delle regioni d’ appartenenza).
Le chiacchiere vanno accompagnate dal sanguinaccio, dove intingerle. Un tempo era fatto col sangue di maiale, oggi è soltanto una crema più o meno liquida di cioccolato.
E per terminare il tutto ci sono le castagnole, palline che vengono fritte in olio bollente realizzate con uova, zucchero, farina e burro e cosparse di zucchero a velo.
Non resta che accomodarsi a tavola.