Martire della Chiesa, Valentino da Terni è il santo dell’amore, festeggiato da tutte le confessioni religiose cristiane del mondo nella ricorrenza del suo martirio, avvenuto il 14 febbraio del 273
di Rosa Soldani
Tra qualche giorno il calendario segnerà la data 14 febbraio, San Valentino, notoriamente festeggiato come il protettore degli innamorati. Ma perché per i cristiani Valentino da Terni è il santo dell’amore?
La più antica notizia di Valentino è contenuta nel ”Martyrologium Hieronymianum”, un documento nel quale compaiono per la prima volta il nome, la data di nascita, l’anniversario di morte del martire della Chiesa. La nascita risale al II secolo: figlio di una famiglia patrizia pagana, la fama di protettore degli innamorati è conseguente alla sua consacrazione a vescovo, nel 197, a soli ventun’anni.
Il paganesimo prevedeva, fin dal IV secolo a. C. secondo un rito propiziatorio, un singolare omaggio annuale al dio Luperculus, in base al quale molti nomi di uomini e donne venivano inseriti in una teca e sorteggiati da un fanciullo bendato affinché i prescelti dal caso potessero convivere tutto l’anno successivo in intimità per il solo fine di procreare, senza essersi mai conosciuti né scelti. Valentino aborrì questa pratica, e sostenne il sentimento autentico dell’amore sentito, aiutando giovani innamorati a vivere i loro rapporti anche contro gli ostacoli dei costumi del tempo.
Tra le tante storie, si narra che il vescovo Valentino avesse aiutato una coppia di giovani innamorati, da tempo in lite, col semplice dono di una rosa di riconciliazione da custodire con cura, per mezzo della quale i due avevano miracolosamente ritrovato equilibrio e serenità.
Meravigliosa è, però, la storia secondo cui Valentino, imprigionato per la sua opera di evangeliz-zazione, fu raggiunto nel luogo della sua detenzione da due piccioni scappati dalla colombaia del suo giardino fiorito, nel quale egli permetteva a molti bambini di giocare e che era stato chiuso dopo la sua cattura, con enorme rammarico dei piccoli avventori. I piccioni erano volati sulla finestra della cella del santo e, tubando per lungo tempo, avevano catturato l’attenzione del loro padrone. Questi, avendoli riconosciuti, aveva consegnato loro la chiave del giardino, affinché potesse essere finalmente riaperto per i tanti fanciulli rattristati dall’allontanamento del “Buon Pastore”, come il sacerdote era definito. E così era accaduto. Pare che da questa leggenda tragga origine il termine “piccioncini”, utilizzato comunemente per indicare le coppie innamorate.
Questa ed altre storie, non ultima quella che vede il santo guarire la figlia cieca del suo carceriere, della quale era segretamente innamorato, hanno fatto sì che Valentino da Terni, ucciso a Roma il 14 febbraio del 273 a 97 anni lungo la via Flaminia, fosse scelto da papa Gelasio II quale protettore degli innamorati, nel 496.