Il 27 gennaio ricorre il “Giorno della memoria”, in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. Il programma dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza
di Federica Ruggiero
Dal 1964 l’Istituto Campano per la Storia della Resistenza si impegna nell’essere una presenza costante sul territorio, un punto di riferimento per la comunità cittadina, regionale e meridionale, affermando e ricordando i valori dell’antifascismo, la testimonianza della Resistenza e della lotta di Liberazione, lo spirito della Repubblica e della Costituzione.
Infatti anche quest’anno, in occasione della Shoah, ha organizzato degli intensi giorni di attività in scuole, università, biblioteche e musei (al link il programma).
Di fatto, nel 2005 l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito per il 27 gennaio il Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale in commemorazione delle vittime dell’Olocausto. La data è indicativa, in quanto il 27 gennaio del 1945 le Armate Rosse liberarono e salvarono gli ultimi superstiti nel campo di concentramento di Auschwitz: la scoperta di questo lager e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono, forse per la prima volta, gli orrori del genocidio nazista nei confronti degli ebrei e delle persone considerate “indesiderate” (omosessuali, disabili, malati, zingari).
L’Olocausto, il genocidio (che ricordiamo, significa: “metodica distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso, compiuta attraverso lo sterminio degli individui e l’annullamento dei valori e dei documenti culturali”) perpetrato in quei pochi anni, ha causato 15 milioni di morti circa.
Dal lontano ’45 quindi ci si è impegnati nel ricordare, nell’insegnare e nel far conoscere, ciò che è stata questa pagina oscura della storia del nostro Mondo, con l’auspicio che ideologie razziste e discriminanti siano mai più contemplate.
A proposito di ciò l’Assemblea Costituente, durante il secondo dopoguerra, affermò nella Costituzione Italiana il delitto di apologia del fascismo secondo il quale ad essere sanzionato sarà un’associazione che “persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza, o svolgendo propaganda razzista”.
Ora, alla luce dei fatti di cui siamo tutti a conoscenza, delle ideologie che alcuni politici portano avanti, della recente nascita di nuovi partiti di estrema destra, delle discriminazioni a cui alcune categorie di persone sono sottoposte tutti i giorni della loro vita, c’è bisogno di iniziare a riflettere.
Continueremo all’infinito a girare la faccia dall’altra parte, a chiudere gli occhi; continueremo a non ascoltare il grido di aiuto che giunge da persone bisognose d’aiuto; continueremo a rimandare? O guaderemo in faccia le persone di fronte a noi, e inizieremo a capire le loro necessità, ad ascoltare quello che chiedono? Che poi, in effetti, queste persone non chiedono altro che avere una vita come l’abbiamo noi, con tutti i diritti che a noi sono riconosciuti e a loro no. Chissà ancora per quale assurdo motivo.