Dopo la vittoriosa gara con la Scafatese, il tecnico molosso fa il punto sulla situazione e dichiara: «Dobbiamo pensare solo alla partita successiva: il Sorrento è un avversario duro»
Missione compiuta, il Città di Nocera è in finale di Coppa Italia. Decisiva è stata la vittoria nella semifinale di ritorno quest’oggi contro la Scafatese, con i rossoneri che si sono imposti in trasferta per 1-3. Grande prestazione quella dei molossi, che hanno messo al sicuro la pratica qualificazione già nei primi quindici minuti con la doppietta di Marcucci, alla quale è seguito prima il gol della bandiera dei padroni di casa e poi quello del tris definitivo da parte di Scibilia.
Non può essere che soddisfatto il tecnico del Città di Nocera Fabrizio Maiuri, come sempre attento nell’esaminare il match: «Cercavamo un approccio determinato. Se la Scafatese avesse trovato subito un gol sarebbe stato per noi molto più difficile gestire la gara. Andare immediatamente sopra di due reti ci ha agevolati molto, abbiamo meritato di passare il turno».
Inoltre, il trainer rossonero non ha mancato di sottolineare il miglioramento della propria squadra in trasferta: «Dobbiamo correggere ancora delle imperfezioni difensive, ma negli ultimi tempi l’approccio nelle gare esterne è sempre quello giusto. A Faiano e a Palma Campania, ad esempio, abbiamo tenuto il campo quasi alla perfezione».
Riguardo alla gestione dello spogliatoio, tanto ottimismo da parte di Maiuri, immerso in un ambiente pieno di giocatori di qualità: «I ragazzi hanno grandi attitudini, per me è facile ma allo stesso tempo difficile scegliere l’undici che scenderà in campo. Meritano tutti un’opportunità perché essi si rendono partecipi nel raggiungere l’obiettivo comune».
E per concludere, occhi già puntati sulla finale, che vedrà il Città di Nocera contrapposto alla Sessana, vittoriosa nell’altra semifinale con il Portici: «Non conosco molto bene l’avversario, avrò modo di analizzarlo prossimamente. Ciò, però, non deve distrarci troppo. Domenica ci toccherà un avversario non facile come il Sorrento, motivo in più per pensare di partita in partita».
Domenico Pessolano