Un viaggio tra i vicoli nascosti al mondo delle luci d’artista realizzato dai partecipanti ad un workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo. E dal 22 gennaio il via a “Salerno, rime d’inverno”

di Edda Maiorino
Sono ormai diversi anni che Salerno è diventata la “capitale” del Sud grazie alle splendide luci d’artista. Anche quest’anno si è illuminata di colori e, insieme a Torino e Pisa, è diventata una delle mete più ambite e visitate nel periodo invernale, in particolare modo durante le festività natalizie.
Erano anni che Salerno non accoglieva così tanti turisti, i quali affollavano la città esclusivamente in estate, data la vicinanza con l’altra ambitissima meta del nostro territorio, la costiera amalfitana. Non solo per i turisti, ma anche per i conterranei, Salerno è la città delle luci. Ma Salerno non è solo questa. Non basta spostarsi in periferia per ammirare le meraviglie della città perché esse sono proprio ad un passo da tutto questo luccichio.

Partendo da via Portacatena, lungo la strada, si aprono diversi vicoli che all’apparenza sembrano insignificanti e tutti uguali tra loro, ma ciò che contengono al loro interno è davvero prezioso. Uno di essi è vicolo San Bonosio in cui possiamo ammirare un murales dedicato interamente al volto del noto scrittore salernitano Alfonso Gatto e circondato da alcuni versi tratti dalle sue poesie. Proseguendo lungo via dei Mercanti, cuore del centro storico della città, troviamo il “vicolo della neve”, in cui possiamo ammirare dei fogli di carta di varie dimensioni attaccati ai muri e contenenti anch’essi dei versi di Gatto. Altro grande omaggio al poeta salernitano sono le scalinate che da via Velia conducono al rione Mutilati. Sopra ognuna di esse sono riportate sue grandi poesie, “Girotondo”, “Un consiglio”, “Ogni uomo è stato un bambino”, “Chissà” e “Canzonetta dei numeri”. Lungo le pareti che accompagnano le scalinate ci sono immagini e versi presi da queste ed altre poesie di Gatto, tutte raffigurate dalla ormai celebre Alice Pasquini.
La grande novità di quest’anno, però, è l’intenso lavoro svolto da numerosi artisti, locali e stranieri, che dal 15 novembre, fino ad aprile circa, popolano il rione Fornelle. Parlando in termini di immagini, “le Fornelle” va da “Apollo” di Carlos Atoche a “Estasi di Dafne” di Davide Brioschi. L’idea di ravvivare questo quartiere storico nasce dal progetto “Muri d’autore” concepito da Pino Roscigno, in arte Greenpino, Valeriano Forte, poeta, e Filippo Trotta, nipote del poeta salernitano Alfonso Gatto e presidente della “Fondazione Gatto” in via dei Mercanti.
Sui muri non solo incantevoli dipinti, ma anche versi tratti dalle poesie di Ungaretti, Quasimodo, Sinisgalli, oltre che Gatto. E ancora versi di Jim Morrison, Totò, Massimo Troisi, Pino Daniele, e molti altri. Tra le immagini più suggestive e ammirate troviamo anche la “sirena” di Carlo Oneto, “l’angelo” di Mauro Trotta e il murales raffigurante alcune donne del quartiere realizzato da Davide Ratzo. Molti di questi dipinti, così come la quotidianità che si cela tra le mura del centro storico, saranno i protagonisti della mostra “Salerno, rime d’inverno” dal 22 al 29 gennaio presso la sede Arci Salerno in via Portacatene. Realizzata dai partecipanti al workshop di fotografia sociale con Giulio Di Meo, lo scopo era appunto quello di raccontare cosa c’è dietro le mille luci colorate, ovvero “l’altra faccia di Salerno”.

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