Le testimonianze di chi tornando tra quelle mura ha rivissuto la propria adolescenza al cospetto del ritrovato busto originale di Giambattista Vico, scoperto alla presenza della dirigente scolastica Teresa Di Caprio e dell’assessore alla pubblica istruzione Maria Laura Vigliar
di Tania Pentangelo
Le stesse aule, le cattedre, i banchi, i corridoi percorsi e ripercorsi, emozioni che raffiorano passo dopo passo, ricordi che appaiono più vividi. Negli anni di scuola si cresce, ci si confronta con la vita e la realtà, si impara a conoscere se stessi e gli altri, ed ecco che nel ricordarli ci sorprendiamo a considerarli i migliori della nostra vita.
“La notte nazionale del Liceo Classico”, tenutasi venerdì 15 gennaio al Liceo “G.B. Vico” di Nocera Inferiore, non é stato solo un momento culturale e celebrativo, ma, vibrante di emozioni e ricordi, ha risvegliato in tutti un grande senso di appartenenza.
«Sono convinto che varcare la soglia del Liceo Ginnasio “G.B. Vico” procuri sempre un immenso piacere soprattutto per chi vi ha trascorso la propria adolescenza – afferma Rocco Vitolo, che ha iniziato nella sezione B il suo percorso nel 1967 – Questi sono gli anni in cui si consolidano i propri interessi culturali, si formano le amicizie che dureranno un’intera vita, si decide il proprio futuro professionale e spesso si sceglie la compagna o il compagno di vita. Sono sicuramente gli anni dei quali si serba un ricordo piacevole e durevole. Ho sempre guardato con invidia quei docenti del Vico che sono ritornati dopo esserne stati studenti. Per quanto riguarda questo evento un plauso va alla dirigente scolastica, ai professori, agli allievi che hanno interessato il pubblico, accorso numeroso, in performance eseguite con entusiasmo e professionalità. Che dire poi del coordinamento della manifestazione, impeccabile!».
Per tanti é stata una passeggiata in luoghi di vita vissuta, insieme ad amici ritrovati, uniti da un comune sentimento, dal desiderio di rivivere l’allegria e la spensieratezza di momenti passati ma non dimenticati. Ce lo conferma anche Eva Orefice, diplomata nel 2014: «Mi fa sempre uno strano effetto oltrepassare le colonne di questo liceo e attraversare gli stessi corridoi in cui ho vissuto anni intensi della mia vita. Mi ha fatto piacere poter rincontrare e salutare i mie professori che mi hanno dato e lasciato tanto. Questa serata mi é piaciuta molto, sono stati organizzati dibattiti interessanti, letture, laboratori e magnifiche degustazioni. É stato bello poi constatare la partecipazione e l’entusiasmo non solo di chi fa parte della scuola, ma anche di chi ha presenziato da esterno. Tutto questo mi rende ancora più orgogliosa di essere stata un’alunna di questo istituto».
Alfonso D’Alessandro, ex allievo del corso C, che si é cimentato nel ricordare e raccontare aneddoti durante la proiezione delle foto di classe di vecchie annate, invece ci dice: «Sono stato alla manifestazione anche l’anno scorso e già mi aveva entusiasmato molto, ogni volta che rivisito questi luoghi provo le emozioni di un ragazzino che ripercorre i cinque anni che ha trascorso qui, in compagnia di molte delle persone che ho piacevolmente rivisto stasera. Ho inoltre notato una maggiore partecipazione rispetto alla scorsa edizione e mi complimento con tutti per questo successo. Una parola: bellissimo».
Testimonianze, dunque, di una notte ad alta carica emotiva, in una scuola che sa offrire non solo nozioni ma anche emozioni, anche per la restituzione alla comunità del busto originale del Vico, ritrovato in un archivio e “inaugurato” alla presenza dell’amministrazione comunale, e nello specifico dell’assessore alla pubblica istruzione Maria Laura Vigliar, che a proposito ha detto con orgoglio al nostro direttore: «Ho fatto bene a insistere con gli addetti ai lavori. Ricordavo che c’era. Era sepolto in un archivio sotto una montagna di faldoni. A prescindere dal valore intrinseco, ora è fruibile da tutti».