«Alla base di ogni azione volontaria c’è sempre una ricompensa in cambio dell’aiuto offerto che sia denaro, approvazione sociale o necessità di provare sollievo» afferma Marianna Serio, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

di Federica Pepe

Dal gruppo caritas, nel contesto parrocchiale, alle aste di beneficenza, in quello sociale, dal volontariato negli ospedali, ai semplici “favori” quotidiani: da sempre si è fatto senza ricevere nulla in cambio!
Ma perché si è disposti a ritagliare del tempo della propria vita per far qualcosa che non ripaga concretamente? Chissà per quale ragione si crede facilmente che l’uomo agisca in virtù di un guadagno! Proviamo a parlarne con un’esperta, la dottoressa Marianna Serio, psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale specializzata in psicologia giuridica.

-Dottoressa, cosa spinge una persona ad offrire il proprio aiuto senza ricevere in cambio alcun tipo di profitto?
«Alla base di ogni azione volontaria c’è sempre una motivazione basata su una spinta egoistica o anche altruistica, in pratica c’è sempre una ricompensa in cambio dell’aiuto offerto. I vantaggi che si possono ricevere vanno dalla probabilità di essere ricambiati al provare sollievo, dal ridurre il senso di frustrazione al sentirsi approvati e visibili socialmente. Di contro, la motivazione basata su una spinta altruistica, si spiega attraverso il concetto di empatia (la capacità di sintonizzarsi cognitivamente ed emotivamente con gli altri). Dunque l’altruista aiuta una persona in stato di bisogno per bontà d’animo».
– In virtù di ciò che ci ha appena spiegato ci verrebbe da pensare che anche le associazioni no profit siano nate con finalità che potessero essere di tornaconto per gli ideatori. Cosa può dirci a tal proposito?
«Il carattere del volontariato non va ricondotto solamente a fini di natura morale; il fine non è di esclusiva volontà di soddisfare interessi altrui, ma anche di vantaggio diretto nel quale in buona sostanza si esaurisce la gratificazione dello stesso agente semmai in termini di visibilità sociale. Diverse associazioni di volontariato sono nate proprio in seguito alla perdita di un familiare, a causa di patologie importanti oppure da esperienze di familiari che vivono qualche forma di disagio psichico, proprio per soddisfare anche dei bisogni personali per ciò che non sono riusciti a realizzare per i propri familiari».
Insomma, un’azione promossa gratuitamente ha sempre qualche finalità, che sia economica o di interesse sociale, sta a noi scoprirlo! Il gruppo hip hop “Two Fingerz” canta: «Nessuno fa niente per niente quindi se fanno qualcosa per te: chiediti perché».

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