Il cinguettio del canarino più famoso del web si è fatto sempre più vigoroso; forte di una crescita costante, le decisioni che sono state prese potrebbero essere sia azzeccate che controproducenti: eccole tutte

di Valerio Kohler
Twitter nel giro di quasi 10 anni è diventato un simbolo sociologico dell’umanità. Sembra assurdo doverlo dire, ma è grazie a quel piccolo canarino blu se si sono diffusi gli hashtag e se la comunicazione è diventata più immediata.
Facebook è naturalmente stato il primo social network ad entrarci in competizione, ma mentre quello di Mark Zuckerberg si basa tutt’ora su una comunicazione più generale, il servizio di rete sociale offerto da Twitter permette una discussione basica, limitata dai 140 caratteri; una cosa che aiuta le celebrità ad avere una discussione più diretta e rapida con i fan.

Non è un caso infatti che Twitter viene generalmente riconosciuto come l’SMS dell’internet. Questa caratteristica peculiare potrebbe però cambiare in futuro. La volontà del CEO, Jack Dorsey, sembra infatti quella di stravolgere alcune funzionalità del social network. In primis venne annunciata a novembre una modifica del “mi piace” di Twitter, che fino a quel momento era rappresentata da una stella; quel simbolo, significativo a seconda della cultura, fu poi sostituito dal cuore, il motivo fu presto spiegato: «Il cuore è un simbolo universale che ha un significato analogo in tutte le lingue e culture del mondo. Il cuore è più eloquente, permette di trasmettere una serie di emozioni e connette facilmente le persone tra loro».
Per quanto questa scelta fosse stata già un cambiamento, è la prossima che farà veramente la differenza nel social network: eliminare il limite dei caratteri. Cosa succederà, quindi? Si potranno scrivere messaggi senza restrizioni di alcun tipo? Quasi, la scelta spetta all’utente. Il vincolo infatti rimarrà quello solito, dei 140 caratteri, ma tramite un’impostazione si potrà allungare il limite fino ad arrivare ai 10mila caratteri. Per quanto possa sembrare strano che in un social network di questo tipo sia stata fatta questa scelta, è sempre Dorsey a spiegare l’incentivo che l’ha portato a cambiare in questo modo: «Abbiamo trascorso lunghi periodi osservando quello che la gente fa su Twitter, e abbiamo notato che molti pubblicano come tweet screenshot di testi lunghi».
Il dato non solo ci fa capire che non tutti utilizzano Twitter come andrebbe usato, ma che c’è proprio il bisogno di eliminare delle restrizioni che aiutano a ingegnarsi, certo, ma che a livello pratico offrono poco o niente all’utenza.

Di Gigi Di Mauro

Giornalista con esperienza quasi quarantennale, è educatore e pedagogista clinico. Da oltre un ventennio si dedica allo studio della storia comparata delle religioni, ottenendo nel 2014 dal Senato accademico dell'MLDC Institute di Miami una laurea Honoris Causa in studi biblici. È autore di alcuni saggi, tra i quali uno sulle bugie di storia e religione

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