La vita quotidiana di quel tempo ricostruita attraverso le pagine del Risorgimento Nocerino, che vi ha dedicato centinaia di articoli ed elzeviri
di Anna De Rosa
Parlando del Risorgimento Nocerino, bisogna sottolineare che poche città hanno – a meno che non si tratti di capoluoghi di provincia – un giornale locale capace di sopravvivere per così tanto tempo. Certo c’è da lodare il sacrificio del commendatore Giovanni Zoppi prima (che fu aiutato dal vulcanico Emanuello Ricciardi, nella foto a sinistra) e del commendatore Vittorio Caso, suo successore alla guida del periodico.
Ma c’è da riconoscere nei nocerini un attaccamento notevole ad uno specchio della loro città che sentono quasi loro per averlo impresso nel DNA.
La singolarità rappresentata dal Risorgimento nel panorama italiano della carta stampata è da attribuirsi al largo spazio dedicato ai bozzetti umoristici, che lo hanno reso caro ai lettori. L’atmosfera nocerina degli anni ’70 e ’80 del ‘900 si può ritrovare nelle mille e mille pagine del Risorgimento e quelle in cui tanti, iniziando dal fondatore, Giovanni Zoppi, hanno scritto con penna agrodolce, le storie di tutti i giorni della capitale dell’ Agro e della sua periferia, con fatti e personaggi della quotidianità nocerina.
L’elemento caratterizzante fu appunto la satira. Le storie basate sulla satira sono storie che parlano a tutti e che immettono nelle menti dei lettori le notizie senza che essi si accorgano di assorbirle: i tic, i vizi e le abitudini di questa cittadina cresciuta da borgo agricolo a centro industriale.
Il commendatore Zoppi, non originario dell’Agro, ma suo estremo difensore, fu fondatore del Risorgimento Nocerino e fu autore dei “Punta e Taglio” che offrivano una cronaca veritiera di vita nocerina. In quelle pagine diede ospitalità a grandi scrittori e poeti come Pasquale Ruocco, E. A. Mario, Aniello Califano, Michele Prisco, Domenico Rea e Giovanni De Caro. Per onorarlo non si può ignorare quegli “Scherzosi versi” che Giovanni De Caro gli dedicò quando Zoppi fu insignito dell’ onorificenza di commendatore ( di cui qui riportiamo poche righe):
«Zoppi Giovanni /carco di molti anni, /malgrado pene e affanni /(che non mancano mai!) /dirige con schietto sentimento /di vecchio e di ammirato giornalista /(pennaiuole schiarateve ‘a vista.) /il suo – e nostro – “Risorgimento”. /Penna sottile e arguta, /che accento mai non muta, / traccia con man felice / le sempre indovinate / e spesso indiavolate! – / “Punta e Taglio”, in cui, con icasticità, / “sfotte”, con garbo e signorilità / or questa or quella personalità.»
Successori di Zoppi furono Aldo Di Vito (nella foto sopra a destra), che aveva creato una mezzadria letteraria fra satira e pezzi elegiaci e che recentemente ha ripreso la collaborazione con la nostra testata, e Ciro Gambardella, autore di pregevoli pezzi di costume e cultura.
Da ciò scaturisce il quadro di una Nocera che sapeva ridere di se stessa, autoironica e il cui umorismo era sinonimo di grande intelligenza.