Il day ospital oncologico da domani verrà trasferito al san Leonardo ma alcuni particolari tipi di terapia non verranno effettuati in quella sede. «Uno scempio chiudere una struttura all’avanguardia»

Sono sull’orlo della rivolta i pazienti del day hospital oncologico dell’ospedale “Da Procida” di Salerno. Stamani infatti sono stati effettuati gli ultimi trattamenti ai pazienti e da domani il reparto verrà chiuso ed accorpato al reparto oncologia del San Leonardo.
Il day hospital oncologico del “Da Procida” è da anni una vera e propria oasi nel panorama della sanità salernitana: due medici (i dottori Pietro Carnicelli e Candida Stanzione), due infermieri specializzati per le terapie e un infermiere generico.

Costi decisamente contenuti rispetto a terapie all’avanguardia miste a una seria programmazione che permette di ricevere i pazienti per appuntamento, coltivando un ottimo livello di rapporto umano che permette ai malati di cancro si sentirsi esattamente come a casa.
«Il grave della situazione – spiegano i pazienti – è che tantissimi di noi non sanno dove continuare la terapia. Per esempio i malati di cancro alla vescica, che avranno serie difficoltà a trovare un altro centro: le terapie con le instillazioni endovescicali vengono fatte solo in questa sede».
Ma i malati che restano incredibilmente appiedati da una scelta che appare assolutamente insensata sono anche quelli sottoposti a terapia ormonale: alcuni tipi di tumore al seno, alla prostata, all’endometrio, all’ovaio e al rene. Tutti questi restano da domattina senza un punto di riferimento: al san Leonardo, infatti, dove il reparto è stato “temporaneamente” trasferito, non si praticheanno questo tipo di cure.
Al caso si sta già interessando l’associazione “Europa donna“, che minaccia di scatenare una campagna mediatica senza precedenti contro la decisione dei vertici dell’Asl salernitana.
E mentre i pazienti si scambiano le loro esperienze si ha anche il tempo di ascoltare esperienze allucinanti: «Mia moglie – ci dice un attempato signore di bell’aspetto – ha un grave cancro al pancreas. Noi siamo arrivati qui dopo aver girato mezza Italia sperimentando di tutto. Le posso dire che mia moglie fu sottoposta, qui a Salerno, due anni fa, ad una tac presso un centro diagnostico privato molto rinomato. Le scrissero “utero perfettamente funzionante”, ma lei l’utero non lo aveva più da 12 anni!».
«Speriamo che tutto rientri – si auspicano i malati – Non solo non sapremmo dove andare, ma soprattutto dubitiamo che possano esserci strutture con una qualità pari a questa».

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